Italvolt, 4 miliardi nella prima Gigafactory in Italia per produzione di batterie e veicoli elettrici. Sarà la più grande in Europa, 10.000 posti di lavoro
Nemmeno il tempo per il Governo Draghi, insieme al neo Ministero per la Transizione Ecologica, appena istituito per far fronte alle sfide ambientali che attendono il nostro Paese, di insediarsi che già iniziano a fioccare i primi nuovi e importanti annunci legati alla sostenibilità. Nel solco della transizione green, tematica al centro del Recovery Plan […]
Nemmeno il tempo per il Governo Draghi, insieme al neo Ministero per la Transizione Ecologica, appena istituito per far fronte alle sfide ambientali che attendono il nostro Paese, di insediarsi che già iniziano a fioccare i primi nuovi e importanti annunci legati alla sostenibilità. Nel solco della transizione green, tematica al centro del Recovery Plan europeo post-pandemica, Italvolt ha annunciato la realizzazione della prima Gigafactory in Italia per batterie e veicoli elettrici, destinata a diventare al contempo la più grande in Europa e la dodicesima al mondo per dimensione nonché uno dei progetti industriali più importanti per il nostro Paese nei prossimi anni. Sul piatto è infatti stato messo un investimento complessivo di circa 4 miliardi di euro.
Italvolt, un progetto industriale titanico
La costruzione della Gigafactory sarà portata avanti da Italvolt – azienda fondata e guidata da Lars Carlstrom, industriale pioniere nel settore automotive con oltre 30 anni di esperienza, già fondatore e azionista di Britishvolt -, insieme alla divisione Architettura di Pininfarina, iconica casa di design automobilistico che ha da poco celebrato i sui 90 anni di attività, e alla Comau, leader mondiale nel campo dell’automazione industriale, con oltre 45 anni di esperienza e una forte specializzazione nei processi di elettrificazione.
L’impianto si svilupperà su una superficie di circa 300.000 m2 e avrà una capacità iniziale di 45 GWh, che potrà poi raggiungere i 70 GWh. La stima è di arrivare a 4.000 lavoratori impiegati e nel complesso a 10.000 nuovi posti di lavoro creati con l’indotto. La prima fase del progetto sarà completata entro la primavera 2024.
Gigafactory, un percorso lungo e stratificato
Il primo step del progetto prevede l’individuazione dell’area dove verrà costruito l’impianto, al termine dell’attività di due diligence attualmente in corso su alcuni siti selezionati a livello nazionale. Per la realizzazione di un progetto così sfidante, in termini di dimensioni e di sforzo ingegneristico, Lars Carlstrom ha scelto di puntare sull’Italia, Paese riconosciuto a livello globale per la sua capacità di eccellere nel campo dell’innovazione della ricerca tecnologica e per il ruolo di leadership che l’Italia storicamente ricopre all’interno dell’industria automotive a livello globale.
Il nuovo impianto sarà in grado di contribuire con la propria produzione, in modo significativo, alla crescente domanda di batterie in Europa, in gran parte proveniente dall’industria automotive, che entro il 2030 aumenterà a livello globale di 17 volte fino a circa 3.600 gigawatt (GWh), con una previsione di richiesta da parte dell’Unione europea di 565 GWh, dietro solo alla Cina, con un fabbisogno previsto di 1.548 GWh1.
Il commento di Lars Carlstrom
“Con il progetto della nostra Gigafactory, Italvolt vuole dare una risposta importante alla storica opportunità dell’industrializzazione green, che sta interessando in modo trasversale tutti i settori produttivi, con un impatto socio-economico che rappresenterà una svolta per l’economia globale”, ha commentato Lars Carlstrom, CEO e fondatore di Italvolt. “Un’opportunità, quella della “green transition” a livello industriale, che da sempre mi appassiona e attraverso il lancio di Italvolt questa passione diventerà una realtà. Credo fortemente che il nostro team di ingegneri e tecnici altamente qualificati potrà realizzare la produzione di batterie più ecologica non solo in Europa, ma in tutto il mondo. Il nostro obiettivo è assicurare il futuro dell’industria automobilistica e garantire che la catena di approvvigionamento sia il più green possibile, dall’inizio alla fine. L’impatto socio-economico che la nuova industrializzazione verde porta con sé rappresenterà una svolta per il mondo”.