L’autotrasporto è sceso in campo compatto dopo l’incidente sull’A1 Milano-Napoli che ha avuto luogo il 22 giugno nel tratto compreso tra Piacenza Sud e Fiorenzuola. Il sinistro tra un bilico e un autocisterna ha dato alle fiamme quest’ultima, provocando una forte esplosione e l’incendio di un ampio tratto della carreggiata, provocando la morte dei due autisti. Uiltrasporti e Conftrasporto, nell’esprimere le più sentite condoglianze alle famiglie dei due autotrasportatori deceduti e nel sottolineare che si è trattato, ancora una volta, di morti sul lavoro e non di morti causate da incidenti stradali, hanno ribadito a gran voce la necessità di introdurre l’obbligatorietà del sistema di frenata automatico (il brake assist che tutti i produttori di veicoli pesanti hanno introdotto nelle loro gamma da anni ormai) e di migliorare le condizioni di sicurezza sul lavoro degli autotrasportatori, a partire dai contenuti del nuovo CCLN nazionale, sottoscritto lo scorso mese.

Incidente sull’A1, la frenata d’emergenza poteva avere un ruolo decisivo

Nello specifico il segretario Nazionale di Uiltrasporti Marco Odone ha rimarcato quanto sia “inaccettabile che si continui a morire in questo modo”, ribadendo che “è necessario dotare obbligatoriamente gli automezzi del sistema di frenata assistita di emergenza che deve essere considerato al pari di qualsiasi altro dispositivo di sicurezza previsto sull’impiantistica sul lavoro”. “Occorre implementare gli strumenti per aumentare la prevenzione e la sicurezza di questi lavoratori di autocarri a partire dal fatto che, come denunciamo da tempo, il tempo trascorso a bordo dei mezzi dagli autisti è eccessivo -ha proseguito -. Sul punto riteniamo che sia la normativa che il ccnl di riferimento debbano incidere ed intervenire. Auspichiamo, infine, che ci sia un pronto intervento di tutte le parti a partire dall’albo dell’autotrasporto in seno al Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili”.

Anche il presidente di Conftrasporto-Confcommercio Paolo Uggè, anche a capo della Federazione degli Autotrasportatori Italiani, si dice ‘particolarmente toccato’ da questa ennesima tragedia, le cui cause sono in corso di accertamento. “L’incidente di Piacenza pone una domanda che temo non troverà risposta soprattutto da parte di coloro che sono sempre pronti a ‘dare addosso’ ai camionisti: è ascrivibile tra gli incidenti stradali o non è piuttosto da considerare un incidente sul lavoro?”, chiede Uggè.

Dito puntato anche sui tempi di guida e di riposo a confronto con i tempi di consegna

In merito all’incidente sull’A1 “anche se la dinamica non è al momento chiara, appare certo che, se l’automezzo che seguiva la cisterna fosse stato dotato della frenata d’emergenza, l’esito sarebbe stato diverso. Qui entra in campo il tema del rinnovo dei mezzi pesanti, indispensabile per dotare le imprese di camion più moderni, strutturati con dispositivi di sicurezza pronti a entrare in funzione in situazioni come questa”. Il richiamo qui è agli incentivi statali per il rinnovo del parco veicolare, ritenuti non ancora sufficienti in quella che è a tutti gli effetti una delle nazioni europee con il più alto numero di camion vetusti ancora in circolazione.

Uggè, per concludere, ha puntato i riflettori sull’annosa questione dei tempi di guida e di riposo, sempre più in contrasto con i tempi di consegna di coloro che commissionano il viaggio. “Nel corso delle indagini saranno sicuramente effettuati controlli sul rispetto dei tempi di guida e di riposo dei due autisti – aggiunge il presidente di Conftrasporto – Ma si dovrebbe anche verificare se siano stati forniti tempi di consegna compatibili con la sicurezza, e se i tempi di riposo siano stati verificati da chi ha commissionato il viaggio. Considerazioni che non sono un disperato tentativo di difendere a ogni costo chi appartiene alla categoria, ma riconducono a leggi dello Stato che prevedono precise incombenze per tutti coloro che sono parte della filiera del trasporto con le relative responsabilità”.

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