Le inchieste che stanno interessando alcuni grandi gruppi logistici – ultima, ma solo in ordine di tempo, quella che coinvolge Amazon, ma anche BRT non è rimasta indenne, nei mesi scorsi – preoccupano le associazioni di settore. Assotir, in un comunicato, esprime con parole inequivocabili questo sentimento.

“Le ultime inchieste giudiziarie che vedono coinvolti i colossi della logistica e dell’e-commerce sono l’ennesima prova del fatto che sia giunto il momento di una riflessione seria e approfondita sul fenomeno delle concentrazioni nel settore della logistica e dei trasporti”, ha detto il segretario generale Claudio Donati.

Il meccanismo emerso è purtroppo assai noto al mondo della logistica e dei trasporti basato su “serbatoi di manodopera” e “società filtro”. Così sarebbero state assicurate “tariffe altamente competitive”, di fatto sfruttando il lavoro dei corrieri e omettendo il versamento dell’Iva e dei contributi.

Claudio Donati di Assotir sulle ultime inchieste nel mondo della logistica

“Comportamenti come questo forse comportano un vantaggio immediato per il consumatore. Ma oltre a rappresentare un’aperta violazione delle regole, si traducono in sfruttamento non solo delle persone ma anche e, soprattutto, delle imprese che lavorano in sub-appalto. Queste ultime infatti vengono ridotte al rango di meri esecutori di ordini imposti dall’alto. È giusto continuare così?”, chiede provocatoriamente il segretario generale di Assotir.

“Negli ultimi mesi ben dieci top player della logistica (circa 10 miliardi di euro di fatturato) sono stati investiti da indagini giudiziarie ma non può essere la magistratura a risolvere un simile problema. Il mondo della rappresentanza ha un dovere, che è anche un’opportunità: quello di esprimere un giudizio netto su certe vicende e portare avanti comportamenti coerenti. Chi ruba, chi delinque, chi sfrutta, non dovrebbe trovare coperture. Chi si presta, ne diventa, oggettivamente, complice”, conclude Donati.

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