Secondo un’elaborazione del Centro Studi Continental, tra i leader mondiali nelle subforniture per il settore automotive tra cui spiccano pneumatici, impianti frenanti, sistemi e componentistica per motore, le immatricolazioni 2019 in Italia di veicoli pesanti per il trasporto merci sono colate a picco, registrando un -30,7%. Bene gli autobus con un ottimo +31,1%, un dato che è quasi speculare a quello dei trucks. I dati elaborati da Continental arrivano dopo una serie di report simili (UNRAE) che hanno già constato le difficoltà del settore, in particolare dei rimorchi e dei veicoli commerciali leggeri.

immatricolazioni 2019

Immatricolazioni 2019, calo strutturale o congiunturale?

Nel 2019 in Italia le nuove immatricolazioni di autobus sono state 4.321, con una crescita del 31,3% rispetto al 2018. Sempre nel 2019 le immatricolazioni di veicoli pesanti (e cioè con PTT – peso totale a terra – superiore a 16 tonnellate) per il trasporto merci sono state 19.605, con un calo del 30,7% rispetto al 2018. Questi dati emergono da un’elaborazione del Centro Studi Continental su dati Aci.

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Secondo quanto emerge dai dati elaborati dal Centro Studi Continental, le immatricolazioni di autobus nel 2019 sono aumentate, dopo il calo sostenuto registrato nel 2018. Viceversa la diminuzione delle immatricolazioni di veicoli pesanti per il trasporto merci del 2019 segue ad un aumento registrato nel 2018. L’elaborazione del Centro Studi Continental fornisce anche una graduatoria delle regioni in base alla percentuale di crescita delle immatricolazioni. In testa alla graduatoria delle regioni in cui nel 2019 le immatricolazioni di autobus sono crescite di più c’è la Sardegna, passata da 8 immatricolazioni nel 2018 a 147 nel 2019 (+1.735,5%); seguono Sicilia (+325%) e Abruzzo (+300%). In graduatoria ci sono anche alcune regioni in cui le immatricolazioni di autobus sono calate, ad esempio Valle d’Aosta (-69,7%), Trentino Alto Adige (-58,5%) e Calabria (-45,4%). Nel comparto degli autobus, invece, tutte le regioni presentano dati negativi: si va dal –16,3% fatto registrare dalla Sicilia al -63,4% della Valle d’Aosta.

E questo è il fotogramma del 2019, quando il mercato ancora era attivo. Cosa succederà ora, in questo 2020 funesto, con più di mezzo mondo in isolamento per arginare la diffusione del contagio da Covid-19 e con l’intero settore automotive che ha sospeso la produzione per rispettare le misure sanitarie? La paura per il mondo dei trasporti è tanta, inutile negarlo.

 

 

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