Quando le sirene hanno suonato alle 12 l’ultima campata del nuovo ponte ha intrapreso la scalata di quegli ultimi 45 metri verticali che separavano le due sponde del Polcevera. Due anni fa il crollo del Morandi, durante la mattina del 14 agosto 2018, in cui persero la vita 43 persone e un’intera comunità, sgomenta dalla tragedia subita, si ritrovò improvvisamente isolata. Genova ora, con questa nuova arteria, riprende a respirare e il suo riscatto può dirsi finalmente completo.

Il nuovo ponte di Genova, il riscatto della città

La costruzione del nuovo ponte, effettuata in tempi record da Fincantieri e da Salini Impregilo unite nel consorzio PerGenova e coadiuvate dall’apporto fondamentale di Rina Consulting (per quanto riguarda la logistica e il project management), è un esempio per l’Italia intera, un’impresa di ingegneria frutto del lavoro a turnazione e dell’abnegazione di centinaia di maestranze che, nemmeno durante le festività e nemmeno nei momenti complicati dell’emergenza sanitaria, hanno smesso di trasportare, costruire, progettare il futuro della città.

Oltre al Governo, nelle figure del premier Giuseppe Conte e della ministra dei Trasporti Paola De Micheli, alla cerimonia del varo a Genova erano presenti anche il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, il sindaco di Genova e Commissario per la ricostruzione Marco Bucci, il prefetto di Genova Carmen Perrotta, l’Amministratore Delegato di Fincantieri Giuseppe Bono e il presidente di PerGenova Alberto Maestrini.

Per arrivare al varo sono passati 623 giorni dal crollo del Ponte Morandi e 210 dalla posa delle prime strutture. Il nuovo ponte di Genova, costato 202 milioni di euro, sarà lungo 1067 metri e alto 45. Per costruire la struttura, composta da 18 pile collegate tra loro dalle campate, sono serviti 67.000 metri cubi di calcestruzzo e 17.400 t0nnellate di acciaio. Questi i numeri impressionanti del nuovo ponte a cui hanno lavorato centinaia di operai in 20 cantieri aperti in contemporanea, con 6 turni di lavoro differenti. Che le sinergie delle maestranze abbiano collimato alla perfezione è evidente anche da un altro dato: non c’è stato nessun incidente sul lavoro durante la realizzazione dell’imponente progetto.

“Una nuova luce sull’Italia”

“Oggi siamo qui – ha affermato il premier Giuseppe Conte durante la cerimonia -, c’è una rappresentanza di tutte le donne e gli uomini di questa comunità laboriosa di operai, tecnici, progettisti, capi cantieri, ingegneri e architetti. Dobbiamo ringraziarli tutti, ciascuno ha fatto il compito e ha consentito oggi di rispettare i tempi che più o meno c’eravamo ripromessi, tempi brevissimi”.

Per il premier il varo di ieri ha “anche una portata simbolica perché questo è un cantiere simbolo, non solo per Genova, per la Liguria, ma per L’Italia intera. È il cantiere dell’Italia che sa rialzarsi, il cantiere dell’Italia che si rimbocca le maniche, dell’Italia che non si lascia abbattere ,non si lascia sopraffare neppure da una tragedia così”.

“Per quanto oggi non può essere propriamente un giorno di festa – ha proseguito Conte – perché è un giorno che origina da una tragedia, noi siamo consapevoli che oggi da Genova, dalla città della lanterna, si irradia una nuova luce sull’Italia”. Parole simili erano arrivate anche da Renzo Piano, l’ideatore del progetto del nuovo ponte, durante un’intervista a Repubblica: “Ecco, non è una festa, è un lavoro che si completa con grande orgoglio, ma che nasce da una tragedia”, aggiungendo che “non deve più succedere che la parte migliore di questo paese emerga da una tragedia”.

I primi veicoli sono attesi sul ponte a luglio, quando tutto sarà definitivamente collaudato e pronto.

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