Gasolio, il caro-energia impatta pesantemente sull’autotrasporto. CNA-Fita chiede la riduzione delle imposte sul carburante
I costi di gestione di un mezzo pesante sono lievitati di 9.300 € l'anno. E l'impatto sui mezzi green (prevalentemente a metano) è ancora più grave
Con la disponibilità di gasolio e benzina che inizia farsi sentire soprattutto sui punti di distribuzione extra-rete e con il rincaro dei costi che ha flagellato tutto il 2021 (segnando nuovi record anche in questo inizio 2022), le conseguenze per l’autotrasporto merci iniziano a farsi pesanti, considerando che la voce dei carburanti, da sempre, è quella che più impatta sui costi totali di proprietà e sulle finanze delle imprese di trasporti. Ed è per questo che CNA Fita, consapevole delle difficoltà che hanno colpito numerose imprese di settore (grazie alla sua presenza capillare sul territorio), ha ribadito che è necessario ridurre le imposte sul carburante per scongiurare il fermo di migliaia di veicoli a causa dei costi insostenibili.
Gasolio, l’aumento dei costi di gestione ammonta a 9.300 €
CNA Fita non ha mancato di sottolineare che il prezzo medio del gasolio nella seconda metà di gennaio ha raggiunto 1,60 euro/litro con una crescita di 28 centesimi sulla media del 2020. Inoltre, ai prezzi attuali del gasolio i costi di gestione di un camion aumentano di 9.300 euro l’anno secondo i calcoli di CNA Fita, pari a un impatto del 7% dei valori indicativi dei costi di esercizio.
Il caro-carburante è ancora più pesante per i veicoli green. Un camion a metano deve sopportare un rincaro del carburante dell’86,60% che si traduce in un aumento di spesa di oltre 18mila euro l’anno. “Un paradosso che penalizza le imprese che hanno effettuato investimenti green”, sottolinea l’associazione di categoria. Nelle ultime settimane il costo medio del metano per autotrazione ha superato 1,81 euro/Kg obbligando molte imprese a fermare i veicoli a causa dei costi insostenibili.