Furgoni elettrici, il produttore britannico Arrival sarebbe vicino alla bancarotta
Secondo Sky News, la società quotata al Nasdaq “è in trattative con EY, una società di servizi professionali che agirà come amministratore se la società non riuscirà a garantire i finanziamenti per il salvataggio”. Sebbene esista la possibilità che Arrival trovi i soldi per sopravvivere, non è ancora chiaro per quanto tempo dureranno le rimanenti riserve di liquidità.
Il produttore britannico di furgoni elettrici Arrival potrebbe essere vicino alla bancarotta. In effetti, questa non sarebbe una sorpresa, dato che il nuovo arrivato lotta da parecchio tempo. Solo un breve riepilogo: Arrival ha fatto irruzione nel mercato dei veicoli elettrici con l’idea di progettare e produrre autobus, furgoni e automobili elettrici (leggi l’intervista con l’ex direttore delle vendite per l’Europa meridionale). L’idea era quella di produrre veicoli in microfabbriche adatte localizzate in diversi paesi europei e oltre.
Arrival: la strada verso la possibile bancarotta
Poi è successo qualcosa e i top manager e i fondatori hanno lasciato l’azienda. Arrival ha deciso di abbandonare il progetto di autobus e auto elettrici per concentrarsi sulla produzione di furgoni elettrici solo negli Stati Uniti. Nel frattempo, il personale dell’azienda è stato tagliato più di una volta. Ora, le ultime notizie arrivano da Sky News in Gran Bretagna.
Seconso questa fonte, la società quotata al Nasdaq “è in trattative con EY, una società di servizi professionali che agirà come amministratore se la società non riuscirà a garantire i finanziamenti per il salvataggio”. Sebbene esista la possibilità che Arrival trovi i soldi per sopravvivere, non è ancora chiaro per quanto tempo dureranno le rimanenti riserve di liquidità.
Come riportato su Sky News “all’inizio di questo mese, la società ha dichiarato di aver ricevuto un ulteriore avviso dal Nasdaq che avvertiva che non era in conformità con le regole di quotazione. Le azioni di Arrival sono crollate di oltre il 95% nell’ultimo anno, lasciandola con una capitalizzazione di mercato di poco più di 20 milioni di dollari”.