Ford Transit

Il Ford Transit 350 mHev combina il motore 2 litri con la tecnologia. Combinazione che permette il recupero dell’energia in frenata, a sua volta utilizzata a supporto di spunto, accelerazione e componenti elettrici. E i consumi vanno giù fino all’8%.

In cinquant’anni abbondanti di presenza sul mercato (primo lancio nel 1965: dunque, per l’esattezza, sono cinquantacinque) il Ford Transit ha attraversato epoche e generazioni raccogliendo un successo commerciale in termini numerici unico nell’ambito dei light vehicle, che gli è valso il ruolo di front runner e indiscusso punto di riferimento.

Ford Transit 350 mHev, l’ultimo esponente di una tradizione gloriosa

Il motivo? Al di là delle doti e qualità ampiamente riconosciute, mettiamoci sicuramente la capacità di mantenersi al passo con un mercato che cambia. Riuscendo a incontrare le aspettative di una clientela sempre più esigente. Insomma, il van dell’Ovale Blu non si è mai cullato sugli allori.

Al contrario, ha saputo anticipare tendenze guardando al futuro come stella polare.

La versione mHev, acronimo che sta per Mild hybrid electric vehicle, si inserisce perfettamente in questo solco. Come la recente vittoria del Sustainable Truck of the Year 2021, nella categoria “Van”, ha dimostrato. Vi ricordiamo, a tale proposito, che i grafici tecnici e di rendimento sono disponibili sul numero di Vado e Torno di novembre.

Ford Transit

Con l’aiutino i consumi vanno giù

Tutto ruota attorno al sistema che recupera energia cinetica dalla frenata convogliandola all’interno di una batteria da 48 volt, dunque con una maggiore capacità rispetto ai classici 12, per poi riutilizzarla nelle fasi di spunto all’avviamento come in accelerazione, e a supporto dei componenti elettrici di bordo.

Il beneficio che ne deriva è almeno duplice. Una maggiore coppia erogata ai bassi regimi e soprattutto una nient’affatto trascurabile sforbiciata dei consumi, mediamente del 3 per cento rispetto al diesel, con punte fino all’8 nelle percorrenze in ambito urbano, laddove, appunto, il ruolo dell’aiutino si manifesta con maggiore evidenza (meno, infatti, sui percorsi più veloci e scorrevoli).

Naturalmente il Ford Transit Mild hybrid non è tutto qui. Alle migliorate prestazioni contribuiscono le doti del performante e parsimonioso motore due litri Ecoblue, qui in versione da 170 cavalli (ma c’è anche il 130) in dialogo con il cambio manuale a 6 marce (l’automatizzato non è infatti al momento combinabile con l’ibrido), nonché gli interventi di alleggerimento (50 chili in meno per i Transit trazione anteriore, 80 su quelli a trazione posteriore) che favoriscono una portata sul 3,5 ton superiore ai mille chili. Davvero niente male.

La meccanica del Ford Transit 350 mHev

È in città che l’ibrido si fa sentire. Meno, invece, sui tratti più scorrevoli e veloci, dove l’effetto mHev si annulla Una batteria agli ioni di litio da 48 volt e un alternatore che combina in un unico dispositivo elettrico le funzioni di motorino di avviamento e alternatore. Insieme a un convertitore da 3 kW e un sistema di tensionamento passivo, è questo il cuore della trasmissione Mild hybrid sviluppata e messa a punto da Ford per il Transit (e il medio Transit Custom).

Obiettivo, ridurre il carico di lavoro del motore termico (l’apprezzato gioiellino 2 litri turbodiesel Ecoblue, nel caso della nostra prova nella declinazione di 170 cv) a beneficio delle prestazioni (migliore risposta di coppia ai bassi regimi e una funzione start-stop più efficiente), di un più accentuato comfort di marcia, favorendo altresì un deciso taglio di consumi (fino all’8 per cento, e comunque più apprezzabile in città che non sui tratti veloci dove il contributo del Mild hybrid è ininfluente) e alle emissioni di CO2 (fino al 10).

Ne guadagnano spunto e consumi

Il sistema recupera all’interno della batteria da 48 V (sistemata sotto il sedile del passeggero) energia cinetica durante le frenate e le decelerazioni, riutilizzandola, convertita in corrente elettrica, a supporto delle fasi di spunto, accelerazione e dell’attività dei componenti elettrici di bordo. Insomma, per il Transit, il Mild hybrid è l’ennesima soluzione hi-tech che fa centro. Anche perchè abbinata a cinematica, architettura ed equipaggiamenti che fanno la differenza.

Il giudizio di Vet

Qualità e doti del Transit non si scoprono certo ora. Ma è indubbio che al volante della versione Mild hybrid c’è la classica curiosità da che accompagna ogni ‘prima’. Ebbene, anche in questa configurazione l’iconico van dell’Ovale Blu non si limita a ben figurare, bensì aggiunge, almeno nell’utilizzo in città, il beneficio di un reale e sensibile taglio dei consumi. D’altronde, è proprio nell’impiego in città che la tecnologia mHev incide in modo significativo.

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