Il 2026 potrebbe non essere più il fatidico anno di introduzione dello standard di emissioni Euro 7 per i veicoli con motore diesel o benzina. Secondo un’indiscrezione giornalistica pubblicata dal sito Politico.eu, e rilanciata nei giorni scorsi anche da alcune testate italiane, la Commissione UE starebbe valutando una ‘proroga’ degli attuali parametri anche oltre il 2026 per via delle problematiche contingenti che stanno mettendo a dura prova la tenuta economica del settore automotive, e non solo: aumento spropositato del costo dell’energia e dei carburanti, difficile reperimento delle materie prime, crescita dell’inflazione.

Euro 7 sì o no? A novembre ne sapremo di più

Per avere delle certezze bisognerà aspettare l’inizio di novembre, quando la posizione della Commissione sarà finalmente ufficializzata, ma pare che i parametri di emissioni che saranno consentiti anche oltre il 2026 saranno piuttosto simili a quelli oggi in vigore sotto la denominazione Euro 6d, con “piccoli aggiustamenti”. Nuovi standard ridurrebbero certamente le emissioni ma avrebbero evidentemente un impatto importante sui costi di produzione dei veicoli: c’è chi calcola che per un’utilitaria il prezzo finale potrebbe aumentare fino al 20 per cento.

Come riporta Repubblica, “la prima bozza della normativa ‘Euro 7’ per motori diesel e benzina prevedeva parametri di emissione più bassi rispetto all’attuale Euro 6d, che avrebbero dovuto essere rispettati in ogni condizione di utilizzo, ovvero ad ogni temperatura e altitudine e anche nel caso di impiego di rimorchi, box da tetto o qualsiasi altro accessore che influisca sulla massa o l’aerodinamica del veicolo”. Poco spazio, dunque, per le eccezioni e necessità di adeguarsi alle nuove regole. I costruttori e tutto l’indotto attendono con grande curiosità di conoscere le scelte della Commissione per poter orientare il loro business nei prossimi anni. Perché se i progressi dell’elettrificazione sono innegabili da un punto di vista strettamente tecnologico, i dati delle immatricolazioni ci dicono che di diesel – almeno nel settore dell’autotrasporto – sentiremo parlare ancora per parecchio tempo.

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