Euro 7, ANFIA bolla come “inverosimile” la proposta della Commissione UE. Il position paper
ANFIA ritiene che la proposta Euro 7 sia del tutto inverosimile nelle tempistiche attuative presentate (2025 per i veicoli leggeri e il 2027 per i pesanti), che sia estremamente gravosa per la filiera, che i benefici ambientali della valutazione di impatto siano eccessivamente sovrastimati e che sia necessaria una profonda rivisitazione del testo.
ANFIA, l’associazione che riunisce l’intera filiera italiana del comparto automotive, interviene a gamba tesa sulla questione ‘Euro 7’, aperta alla fine dello scorso anno dalla Commissione UE con la proposta che fissa al 2025 per auto e veicoli leggeri e al 2027 per i pesanti la data di entrata in vigore dei nuovi standard di emissioni per i motori a combustione interna.
Euro 7, il position paper di ANFIA
L’associazione ha pubblicato proprio oggi il suo position paper, un documento che illustra nel dettaglio la posizione di ANFIA in merito a una questione cruciale per il futuro del trasporto su gomma, impegnato in una complessa transizione energetica. Lo trovate qui, in italiano e in inglese. Ecco, intanto, quello che scrive ANFIA nel presentare il position paper.
La proposta della Commissione “vede l’industria automotive europea fortemente critica in considerazione delle enormi trasformazioni che il settore sta già affrontando derivanti dalla definizione dei nuovi target di riduzione della CO2 per auto e furgoni con il ban dei motori ICE al 2035, e la recentissima proposta di riduzione della CO2 per i veicoli pesanti (camion e autobus)“.
“In piena sintonia e condivisione con gli impegni europei di decarbonizzazione, di raggiungimento della neutralità climatica e miglioramento della qualità dell’aria, anche ANFIA, dopo un’attenta analisi, ritiene che la proposta Euro 7 sia del tutto inverosimile nelle tempistiche attuative presentate (2025 per i veicoli leggeri e il 2027 per i pesanti), che sia estremamente gravosa per la filiera, che i benefici ambientali della valutazione di impatto siano eccessivamente sovrastimati e che sia necessaria una profonda rivisitazione del testo durante il processo legislativo europeo”.