Emilia-Romagna, agli addetti della logistica obbligo di tampone. Il rischio per l’autotrasporto
La Regione Emilia Romagna ha disposto, con un ordinanza, il rafforzamento delle azioni di profilassi sanitaria finalizzate al contrasto e al contenimento dell’epidemia da Covid-19. Questo, sopratutto per quanto riguarda i settori che nelle ultime settimane si sono rivelati tra i più a rischio: logistica e lavorazione delle carni. Ora è previsto l’obbligo del tampone […]
La Regione Emilia Romagna ha disposto, con un ordinanza, il rafforzamento delle azioni di profilassi sanitaria finalizzate al contrasto e al contenimento dell’epidemia da Covid-19. Questo, sopratutto per quanto riguarda i settori che nelle ultime settimane si sono rivelati tra i più a rischio: logistica e lavorazione delle carni.
Ora è previsto l’obbligo del tampone naso-faringeo per i lavoratori di questi settori, siano essi dipendenti o operatori di altre aziende in appalto.
I casi di positività infatti si sono impennati in alcuni importanti centri logistici del capoluogo emiliano. Questo, completamente in controtendenza con i dati nazionali ormai in netto calo. Complici anche gli spazi ristretti di lavoro e l’aumento degli ordini dovuti all’e-commerce (con ritmi di lavoro continui). A causa di questo, è conseguita una maggiore richiesta di lavoratori spesso assunti, a causa della necessità, senza i dovuti controlli sulle misure di sicurezza.
Emilia-Romagna, le problematicità di alcuni settori
Più dettagliatamente, nell’ordinanza firmata dal Presidente della Regione Stefano Bonaccini, si legge dell’intensificazione dei controlli sui soggetti “a seguito di rientro o arrivo in Italia da paesi extra Schengen”.
Inoltre, le misure di “vigilanza si sono rafforzate, sul rispetto delle misure di contrasto e contenimento della diffusione del SARS-Cov-2. Misure previste dal Protocollo nazionale, di cui all’allegato 12 del DPCM 11 giugno 2020, nei settori lavorativi a maggior rischio di trasmissione dell’infezione”.
Quindi ” tenuto conto dei settori lavorativi in cui si sono sviluppati recentemente focolai di infezione, che hanno coinvolto un numero rilevante di lavoratori, la vigilanza sarà mirata in particolare ad alcuni settori.
Quello della logistica, della lavorazione carni con particolare riferimento alla macellazione, oltre altre attività a maggior rischio anche per la presenza contemporanea di imprese in appalto”.
I Dipartimenti di Sanità Pubblica delle Aziende USL avranno quindi il compito di realizzare lo screening di tutti i lavoratori che operano in Azienda. Sia per dipendenti che per gli operatori che dipendono da altre aziende in appalto, entro il 7 agosto 2020. Questo, con la collaborazione operativa degli altri settori aziendali interessati, laboratori e personale per l’esecuzione dei prelievi. Lo screening viene eseguito con test molecolare su tampone nasofaringeo. Le attività di screening sono integrate a quelle di sorveglianza.”
I rischi per l’autotrasporto
Secondo un’interpretazione estensiva del provvedimento dell’Emilia-Romagna “gli obblighi e gli effetti del provvedimento si potrebbero proiettare anche sulle imprese di autotrasporto (es.: presenza degli operatori del trasporto e/o loro autisti durante le fasi di carico/scarico dei veicoli, o imprese che utilizzano oltre ai dipendenti autisti, imprese individuali)”
Afferma Silvio Faggi, Segretario Nazionale di FIAP, aprendo uno spiraglio piuttosto inquietante che potrebbe avere serie ripercussioni su una categoria già vessata durante il lockdown e ora alle prese con un altro “blocco”, quello della viabilità ligure.
Tuttavia dalle parole dell’ordinanza non è ancora ben chiaro il processo con cui le autorità “individueranno le imprese e organizzeranno i controlli”. A tale proposito “si può presumere – prosegue Faggi – che verrà utilizzata la classificazione ATECO dell’attività svolte dalle Aziende. In tal senso, la Segreteria FIAP si è già attivata per i necessari approfondimenti e per comprendere le possibili estensioni.”
“È una situazione certamente ancora complessa – conclude Faggi – dalla quale emerge l’importanza, per una Impresa, di aver adottato, organizzativamente ed operativamente, un piano anti-contagio ed un protocollo di sicurezza sanitaria ed igienica, come consigliato a suo tempo dalla Federazione”.