Ducato, arriva un nuovo look per il van Fiat. Con tante novità, soprattutto nell’abitacolo
Il nuovo modello festeggia quarant’anni di vita aggiornando lo stile senza stravolgerlo e combinando le apprezzate doti di portata e efficienza con un ricco bouquet in termini di sicurezza e connettività
Nessun cambiamento radicale per quello che nel 2020 è stato il commerciale leggero più venduto in Europa (circa 150 mila unità, in crescita dell’8 per cento rispetto all’anno precedente). Piuttosto, una serie di interventi mirati che alzano l’asticella della competitività del best-seller Fiat, affermandone il ruolo di punto di riferimento nell’anno del compleanno numero 40.
Il Ducato model year 2021 mantiene di fatto linee, volumi e proporzioni conosciute, con il suo caratteristico frontale corto. All’esterno, tuttavia, spiccano adesso il nuovo logo Fiat al centro dell’ampia calandra e i proiettori con tecnologia full Led (in grado di assicurare una luminosità superiore del 30 per cento rispetto ai fari alogeni convenzionali).
Fiat Ducato, il restyling dell’abitacolo
Più consistenti gli interventi all’interno dell’abitacolo, dove l’obiettivo puntava a migliorare qualità della vita a bordo, funzionalità e praticità. Qui troviamo, con la plancia ridisegnata, non più la chiave di avviamento ma un più pratico pulsante sulla destra del volante (ora di diametro ridotto), sedili con nuove imbottiture, servosterzo elettrico, comando del climatizzatore automatico, e soprattutto, con il Full digital cockpit, la strumentazione interamente digitale e riconfigurabile.
Deciso upgrade per la connettività Ma il Ducato alza l’asticella anche per quanto riguarda la connettività, il cui cuore pulsante è rappresentato dal sistema Uconnect e dai suoi numerosi servizi disponibili per la gestione e il monitoraggio del veicolo in qualsiasi momento, anche dai propri device. A bordo del Ducato 2021 pure la sicurezza è una presenza costante a fianco dell’autista.
Capitolo motori, col 160 cv è tanta roba
Il modello che Fiat porta in dote a Stellantis è infatti il primo large van con guida autonoma di livello 2, e questo grazie a tutta una serie di sistemi di ausilio e assistenza alla guida e al parcheggio: dal controllo della velocità a quello della frenata per gli ostacoli improvvisi, dal riconoscimento dei segnali stradali al monitoraggio dell’attenzione di guida. E poi ancora, cruise adattivo, mantenimento di corsia, controllo attivo della traiettoria, Esc, crosswind assist, active park assist, trailer stability control. Con la chiccadel Digital central mirror che proietta l’immagiune del posteriore sul retrovisore interno.
Il Ducato si affida ai nuovi diesel Multijet 3 di 2,2 litri, Euro 6D-Final, offerti come light o heavy duty. Quattro le potenze, 120, 140, 160, 177 cv abbinate a due cambi: manuale a 6 marce per tutte le declinazioni, oppure automatizzato a 9 (non disponibile con la potenza entry level).
La nostra prova
Pista di Balocco, una calda mattina di luglio. È qui che facciamo la conoscenza col nuovo Ducato. Un breve assaggio alla guida, in attesa della prova sul percorso del nostro test. Ma quel tanto che basta per avere un primo riscontro. Proviamo due versioni.
Prima il 160 cv con cambio automatico: corposo, brillante e sincero, ottima tenuta di strada (era caricato a 500 chili) e tanta silenziosità. Convince invece poco la leva di selezione della modalità di marcia: dimensioni esagerate e non si lascia certo comandare con un semplice tocco. In questo senso va meglio col 120 cv manuale, ma qui la potenza limita la godibilità di guida.