Trent’anni di divieti Brennero, uno scontro ormai d’epoca: “Gute nacht! Buona notte non solo per gli austriaci. Per evitare intasamenti a Vipiteno, il Ministro dei lavori pubblici introduce il divieto di transito notturno in autostrada da Ora, alle porte di Bolzano, fino al confine. E a dormire non sono solo i valligiani del sud e del nord Tirolo: almeno per ora gli unici colpiti dal provvedimento austriaco, i camionisti, subiscono il divieto senza ricorrere a forme violente di protesta”.

No, non si tratta di un nuovo capitolo dello scontro che da qualche mese vede contrapposte Italia ed Austria sulla questione dei nuovi divieti Brennero, introdotti a gennaio 2020. Quello che avete appena letto è il sottotitolo di un articolo uscito sul numero di “Vado e Torno” del gennaio-febbraio 1990, esattamente trent’anni fa. Settimana scorsa avevamo già avuto modo di affrontare la questione grazie alle dichiarazioni rilasciate dal vicepresidente di Confcommercio-Conftrasporto Paolo Uggè che, per criticare le misure austriache, aveva cercato di spiegarne l’origine, risalendo proprio ai blocchi messi in atto nel 1990 e che l’avevano visto, già all’epoca, schierato in prima linea nella difesa dei trasportatori. Ma quindi in cosa consistevano queste prime, draconiane, misure adottate dall’Austria e poi di rimbalzo dall’Italia, poco dopo la caduta del muro di Berlino? Ma soprattutto perché furono applicate tra due Paesi che, fino a quel momento, avevano mantenuto decenni di buoni rapporti?

Divieti Brennero

Divieti Brennero, tutto cambia affinché nulla cambi

“È scattato il “transitnachverbot”, il divieto, imposto ai veicoli pesanti, di viaggiare nelle ore notturne sul territorio austriaco. Dalle 22 alle 5 del mattino sono chiuse per tutti i camion con peso totale a terra superiore a 7.500 chili. I vettori impegnati nei traffici internazionali sono così costretti a sostare in alcune aree appositamente adibite per accoglierli: Campo di Trens, Spini di Gardolo e la Sadobre di Vipiteno sono tre dei piazzali riservati ai camionisti diretti verso il nord dell’Europa”.

Divieti di qua e di là dal Brennero

La risposta dell’Italia non si fece aspettare. Ma possedeva un unico, enorme, problema: per “contrattaccare” le misure di Vienna, i provvedimenti italiani non solo colpivano gli autotrasportatori austriaci, ma anche tutti i connazionali che si trovavano per necessità a transitare per il Brennero. Difficile dire se sia stata proprio questa la mossa che, sul lungo termine, ha ottenuto l’effetto che stiamo osservando ora, nel 2020. Ma vediamo nello specifico le dinamiche di quei provvedimenti.

“Rudolph Streicher, ministro dei Trasporti Austriaco (nel 1990 ndr), lo aveva già confermato a settembre: in Austria nelle ore notturne non entrerà nessun mezzo pesante. Il blocco organizzato dai vettori italiani a Vipiteno ai primi di settembre, non è servito a far recedere il governo di Vienna dalla sua decisione: impedire ai camion stranieri di disturbare e di inquinare le vallate dell’Inn. La rabbia degli autotrasportatori si è accentuata quando è giunto, del tutto inaspettato, un nuovo provvedimento, questa volta emerso dal governo italiano. Giovanni Prandini, ministro dei lavori pubblici, con una circolare firmata il 30 novembre, ha imposto il divieto di transito sull’Autostrada del Brennero da Egna Ora in direzione nord: lo stop per i veicoli pesanti scatta alle 20 e si protrae fino alle 4 e un quarto, giusto tre quarti d’ora prima della fine del divieto austriaco, in modo da dare tempo ai camionisti di presentarsi alla frontiera del Brennero”. Sulla carta un aiuto, in pratica una consolazione amara.

Divieti Brennero

Due ore rubate senza giustificazioni

“Le critiche delle associazioni di categoria contro il nuovo provvedimento sono state immediate: quelle due ore rubate a chi tenta di raggiungere il Brennero prima della chiusura delle frontiere non trova nessuna giustificazione da parte dei rappresentanti della categoria. «Adesso, giusto per peggiorare la situazione, ci si mette anche Prandini», dichiara Ennio Re Dionigi della Fita. E Paolo Uggè della Fai aggiunge: «La decisione di Prandini è assurda: la chiusura di quel tratto dell’autostrada è la dimostrazione che al governo italiano i problemi degli autotrasporti»”. Critiche quantomai attuali.

 

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