Ennesimo colpo di scena sulla questione dei divieti Brennero: alcuni parlamentari della regione della Baviera, nel sud della Germania, hanno chiesto alla Commissione Europea, a chiare lettere e senza giri di parole, di intraprendere un’azione decisa nel caso le trattative con l’Austria per la regolamentazione del sistema di dosaggio dei mezzi pesanti dovessero naufragare.

Dunque, in caso di fallimento del dialogo, la proposta del gruppo parlamentare – scritta nero su bianco in una nota ufficiale del partito di governo bavarese CSU e relativa alle trattative per i divieti imposti dal Tirolo al confine vicino Kufstein – è quella di presentare direttamente una denuncia niente di meno che alla Corte di Giustizia Europea, poiché le limitazioni in questione, sottolineano i parlamentari bavaresi, sono una chiara violazione del diritto europeo. A rendere nota la questione è stata Anita, l’associazione di categoria del trasporto e della logistica di Confindustria. Già a novembre in Germania le istituzioni si erano mosse per mettere un freno alle dilaganti misure austriache che avevano aggravato i già pesanti divieti Brennero.

Divieti Brennero, il sistema di dosaggio austriaco non può diventare la regola

“Il gruppo parlamentare del Primo Ministro Markus Söder – ha ripreso Anita – sostiene che il dosaggio del traffico dovrebbe essere consentito solamente in caso di situazioni gravi ed eccezionali e propone inoltre un allentamento graduale del divieto di circolazione notturna e un rafforzamento delle linee ferroviarie al Brennero per ridurre il picco di traffico di mezzi pesanti al mattino. Lo stesso divieto settoriale dovrebbe dunque essere ridotto o addirittura eliminato”.

“I divieti di circolazione di sabato, previsti in inverno e durante le vacanze, hanno portato, secondo il CSU, alla congestione del traffico nei primi giorni della settimana e “dovrebbero essere revocati almeno per i camion con classi di emissioni pulite”. I deputati del CSU, si legge nel documento, stanno cercando di raggiungere una soluzione comune con il governo tirolese attraverso i negoziati previsti dal progetto di risoluzione che, in caso di esito negativo della trattativa, porterebbe ad un “inevitabile ricorso alla Corte di Giustizia Europea””.

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