Per il momento si parla di auto, anche perché tutto avviene al Salone di Ginevra, apertosi oggi e che chiuderà i battenti il 18 marzo, diventato ormai uno dei più importanti, se non il primo, tra i saloni europei dell’auto, soprattutto dal punto di vista politico. Ma i costruttori sono più o meno gli stessi dei veicoli industriali, se si escludono Daf e il Gruppo Volvo che non hanno un braccio automobilistico, tutti riuniti nell’Acea (European automobile manufacturers association), dove sembra che le acque siano agitatissime.

La fine del diesel nel trasporto in città

Argomento su cui ci si scontra, l’archiviazione del diesel o il suo rilancio. Non proprio un tema di poco conto anche per il trasporto commerciale, visto che il passo dall’auto ai veicoli da distribuzione è breve. E non solo per arrivare ai 3,5 ton, visto che in città si entra con ben altri pesi e che il diesel è ormai visto come il fumo negli occhi da una fetta sempre più larga di persone, nonché dagli amministratori locali. Come dimostrato dagli annunci prima della sindaca di Parigi, Anne Hidalgo, che ha detto di voler bandire i diesel nel 2014, e poi di Virginia Raggi, sindaca di Roma, che durante la riunione del C 40 (il network delle città che guardano alla sostenibilità) svoltasi a Città del Messico il 27 febbraio ha annunciato lo stop ai diesel nell’Urbe per il 2022.

Per i tedeschi il diesel rinascerà

A scontrarsi, in quel di Ginevra, i costruttori tedeschi, da sempre fautori del diesel, Mercedes e Volkswagen in testa, che avrebbero voluto un rilancio dei motori Euro 6 sancito da un comunicato Acea. Che non c’è stato, nonostante Matthias Mueller, numero uno Volkswagen, avesse dichiarato che: «Il diesel potrà avere una rinascita nei prossimi anni». Dall’altro lato, i costruttori italiani (Fca) e francesi (Psa-Opel), con Fca che ha addirittura lasciato intendere di voler smettere la produzione di auto a gasolio a partire dal 2022.

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