Faib. Nell’ultimo decreto governativo per la ripartenza del Paese, ora al vaglio della Ragioneria di Stato e di cui si attende la pubblicazione imminente, non c’è alcuna misura per i benzinai autostradali. “I gestori autostradali escono dal Decreto Rilancio. L’articolo 52 ter, a loro dedicato, sparisce dalle ultime bozze circolanti del provvedimento perché – si apprende – bloccato dal Mef per l’assenza della relazione tecnica dell’INPS e del ministero del Lavoro”.

A denunciarlo in una nota è Faib, la Federazione Autonoma Italiana Benzinai associata a Confesercenti, riprendendo, di fatto, quanto già aveva sostenuto Figisc sulla questione dei contributi previdenziali la scorsa settimana, nel comunicato che aveva seguito la ripresa delle attività dei benzinai dopo lo sciopero del 13 e 14 maggio.

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Contributi previdenziali, per Faib “una proposta semplice e diretta”

Per Figisc quello di Patuanelli dopo gli scioperi della scorsa settimana era stato un inserimento tardivo che “non ha ottenuto il visto di conformità a causa della mancanza della relativa relazione tecnica”. Bocciato l’intervento correttivo dalla Ragioneria di Stato, Figisc si era augurata l’introduzione dell misura sui contributi previdenziali che, comunque, poteva “essere recuperata in extremis o nel corso dell’esame parlamentare”. Ma, stando alle parole della nota Faib, ciò non sarebbe avvenuto.

La misura proposta dalle associazioni di categoria a marzo, e diventata purtroppo lettera morta fino alla scorsa settimana, prevedeva il riconoscimento dell’accredito “figurativo dei contributi e dei relativi oneri accessori, in proporzione alle ore di effettivo servizio prestato, per tutta la durata delle limitazioni di cui al Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 9 marzo 2020 e successive modifiche ed integrazioni”.

“La proposta normativa – esordisce il comunicato Faib – aveva l’obiettivo di salvaguardare la funzionalità del servizio dei gestori della distribuzione carburanti nelle aree di servizio autostradale, che durante il lockdown hanno dovuto rimanere aperti nonostante il drastico calo dell’erogato e degli introiti – ridotti anche dell’80% – causato dalle limitazioni alle possibilità di spostamento delle persone fisiche all’interno del territorio nazionale”. Una norma finalizzata ad attutire il carico contributivo dei gestori che, nonostante il calo vertiginoso degli introiti e dei consumi (con perdite fino a 4,4 miliardi di litri nei due mesi di lockdown), hanno comunque garantito un servizio fondamentale per la mobilità, anche se ridotta, in un periodo di emergenza sanitaria senza precedenti.

Fondamentali le prossime due settimane, a rischio fallimento numerosi gestori

“Il Governo, che ha mostrato di essere convinto della drammaticità della situazione in Autostrada, intervenga subito e corregga in fase di conversione il Decreto – sostiene Tonino Lucchesi, Presidente di Faib Autostrade. “Non disperiamo di recuperare la norma in fase di conversione. Per Faib saranno decisive le prossime due settimane. In assenza di segnali le aree non saranno più in grado di garantire il servizio di rifornimento carburanti, e chiuderanno per fallimento, con grave danno alla mobilità dei cittadini e dei mezzi di sicurezza”.

“E la responsabilità politica sarebbe interamente del Governo – conclude infine Lucchesi – verso cui valuteremo ogni tipo di azione, non soltanto di carattere sindacale ma anche di carattere legale e di indennizzo. Se da un lato le disposizioni di legge provocano un consistente e continuativo calo dei consumi di carburante in autostrada, costringendo i gestori a lavorare in perdita, dall’altro l’obbligo di legge di costante apertura dell’impianto impone agli stessi gestori una grave scelta: o chiudere o richiedere allo Stato un indennizzo mensile corrispondente alla mancata copertura dei costi di esercizio. Ipotesi che al momento non si pongono tra le priorità, essendo fiduciosi nel recupero della norma in fase di conversione in legge, ma pronte ad essere attivate”.

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