Tutti i danni della Brexit. Camionisti in crisi
Dal 23 giugno 2016, data del referendum pro Brexit, in Gran Bretagna si sono create due scuole di pensiero: chi la considera un’occasione d’ oro per l’economia britannica e chi una sciagura che cancellerà migliaia di posti di lavoro. E il mondo del camion appartiene alla seconda. Incertezza, code, dazi e anche una linea di ferry […]
Dal 23 giugno 2016, data del referendum pro Brexit, in Gran Bretagna si sono create due scuole di pensiero: chi la considera un’occasione d’ oro per l’economia britannica e chi una sciagura che cancellerà migliaia di posti di lavoro.
E il mondo del camion appartiene alla seconda.
Incertezza, code, dazi e anche una linea di ferry fallita che torna in vita
Senza neanche l’ombra delle colossali code annunciate all’imbarco dei traghetti di Dover, infatti, il comparto del trasporto britannico ha già tirato il freno a mano: le immatricolazioni di veicoli sopra le 16 ton sono calate di oltre il 6 per cento mentre il dato Ue dà un più 4,7.
La Smmt (Society of motor manufacturer and traders) ha ammonito: «La Brexit rischia di distruggere l’apparato industriale del Regno Unito».
Sottolineando che la mancata ratifica dell’accordo negoziato con Bruxelles «avrà un impatto immediato e devastante su industria automotive e catena logistica che, oggi, danno da lavorare a 856 mila persone, bloccando di fatto una produzione che vale oltre 20 miliardi di euro».
Mentre si stimano in almeno 5 miliardi di euro all’anno i dazi che andrebbero a gravare su attività d’import-export fino ad oggi svolte a costo doganale zero.
Per parte sua, il governo di Teresa May ce la mette tutta per apparire allo sbando.
L’ ultima trovata, che ha scatenato sui social il furore degli autotrasportatori, è il contratto da 15 milioni di euro per la riapertura ‘in caso di necessità’ della linea di ferry Ro-Ro tra Ramsgate nel Kent e Ostenda in Belgio (da 4 mila camion la settimana nelle due direzioni), già fallita nel 2013.
Contratto stipulato con la Seaborne Freight, start-up nata nel 2017 che non ha navi di proprietà o comunque già operative, ma «prevede di noleggiarne un paio entro marzo, cui se ne affiancheranno altre nel corso dell’estate».
Ciliegina, Ramsgate, inattivo da oltre cinque anni, è completamente insabbiato, per cui si è fatta arrivare in tutta fretta una draga dall’Olanda per scavare i fondali di attracco nel porto.