L’autotrasporto italiano è in allarme: a causa del rincaro incontrollato del prezzo del metano, schizzato alle stelle per una combinazione di fattori sfavorevoli, le scorte di AdBlue si stanno esaurendo dopo la scelta che ha portato l’unico produttore italiano dell’additivo (l’azienda Yara di Ravenna che da sola soddisfa il 60% del fabbisogno nazionale) a fermare la produzione. Il fermo produttivo dell’AdBlue, componente essenziale per rendere meno inquinanti i veicoli euro 5 e euro 6 e senza il quale la centralina non permette il funzionamento del motore sta mettendo in serio pericolo l’operatività di tutto il settore. Come ha infatti ribadito l’associazione di categoria FITA CNA, senza questo additivo, il mezzo, che lo utilizza per abbattere le emissioni di ossidi azoto, è costretto a fermarsi e rifornire prima di poter ripartire.

Crisi AdBlue, i prezzi schizzano alle stelle

In pratica l’AdBlue, che è il nome commerciale di una soluzione in acqua demineralizzata di urea tecnica (un composto derivato dall’ammoniaca), non viene più prodotto perché non era più commercializzabile a causa dell’aumento del prezzo del gas metano, combustibile indispensabile per sintetizzare gli elementi di cui è composto. Anche altri produttori europei son stati costretti ad aumentarne il prezzo e ad abbassare la produzione, con la conseguente carenza del prodotto sul mercato.

In due settimane il costo dell’Adblue è incrementato da 250 a 500 euro a tonnellata e la situazione non potrà che peggiorare. Questione economica a parte, se questa sostanza non verrà più prodotta – avverte FITA CNA – i mezzi si fermeranno e non sarà possibile ripartire in nessun modo.

“Ennesima tegola che si abbatte su un settore sempre più in difficoltà, proprio adesso che stavamo andando incontro ad una lieve ripresa del mercato”, ha commentato Michele Santoni, Presidente di FITA CNA Toscana. “Senza un intervento immediato, presto non saremo più in grado di rifornire supermercati e negozi di vendita di ogni bene, tra cui generi alimentari principali. La mancanza di AdBlue è un problema non da poco, visto che nelle ultime settimane la rete di distribuzione sembra essere totalmente sprovvista. In Italia abbiamo circa 1 milione e mezzo di mezzi pesanti che non potranno circolare senza l’additivo, quindi rischiamo un blocco forzato della categoria”.

“L’elevato costo del gasolio, aumentato a dismisura negli ultimi mesi, i problemi infrastrutturali e la storica difficoltà delle imprese a vedersi riconosciuto il giusto compenso per le prestazioni di servi sono solo alcuni dei problemi con cui la categoria deve scontrarsi ogni giorno e, sommati alla strutturale carenza di autisti, rende impossibile qualsiasi prospettiva di sviluppo del settore”, ha sottolineato Giuseppe Talarico, Presidente di FITA CNA Merci per Toscana Centro. “Il problema con l’AdBlue ci mette in ginocchio, senza un aiuto concreto non sappiamo come comportarci”.

A rischio un milione e mezzo di veicoli

Anche Confartgianato Trasporti, insieme ad altre associazioni di categoria (Assopetroli-Assoenergia, Assotir e la stessa FITA CNA), è scesa in campo per sensibilizzare le istituzioni su questa problematica. La sigla ha stimato che i mezzi immatricolati e adibiti al trasporto merci che rischiano di rimanere fermi, nel giro di una manciata di giorni, a causa di un corto di AdBlue siano 1,5 milioni, di cui oltre 300 mila aventi portata superiore a 35 quintali.

Alla luce questo, al fine di evitare l’ormai imminente blocco della logistica, Confartigianato Trasporti ha esortato il Governo ad adottare con urgenza alcune misure transitorie, agendo lungo due direttrici:

  • Da una parte prevedendo un credito d’imposta temporaneo per l’acquisto di gas naturale impiegato per usi industriali che garantirebbe, insieme alla riduzione dell’aliquota IVA al 5% già in vigore, sia un’immediata ripresa della produzione di tutte quelle filiere industriali ad alta intensità di consumo di gas naturale (il riferimento non è solo al già citato AdBlue, ma a molti altri processi produttivi quali, a titolo d’esempio, quello dei fertilizzanti per l’agricoltura), che una distensione dei prezzi al consumo. Questa misura, della massima urgenza, dovrebbe trovare spazio già nel DL Fiscale, attualmente all’esame del Parlamento;
  • Dall’altra prevedendo un credito d’imposta temporaneo per le aziende di autotrasporto in possesso di veicoli commerciali di categoria Euro 5 o superiore, che si trovano schiacciate sia dai rincari dell’energia all’ingrosso che da quelli dei carburanti al dettaglio e sulle quali grava il peso della ripartenza dell’economia nella fase post-pandemica. Questa misura, di carattere compensatorio, dovrebbe trovar spazio nell’ambito del disegno di legge di Bilancio

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