Coronavirus, situazione del settore drammatica. UNRAE: serve liquidità
Unrae, l’associazione che rappresenta i Costruttori esteri in Italia, mette in evidenza la drammatica situazione del comparto e chiede interventi forti subito. Nel primo appuntamento pubblico del 2020 di Unrae, nonché il primo in formato digitale, Michele Crisci, presidente dell’Unione ha subito sottolineato come in tempi di Coronavirus sia indispensabile mettere in atto un sistema […]
Unrae, l’associazione che rappresenta i Costruttori esteri in Italia, mette in evidenza la drammatica situazione del comparto e chiede interventi forti subito. Nel primo appuntamento pubblico del 2020 di Unrae, nonché il primo in formato digitale, Michele Crisci, presidente dell’Unione ha subito sottolineato come in tempi di Coronavirus sia indispensabile mettere in atto un sistema di aiuti alle imprese del comparto che, di fatto, si ritrovano in sofferenza di liquidità dal momento che devono sostenere uscite certe a fronte di entrate quasi azzerate.
Si tratta di una esigenza immediata, che va attuata sin da subito, dal momento che nella migliore delle ipotesi le fabbriche e le attività industriali potranno riprendere a regime a maggio. Nella peggiore delle ipotesi a settembre. È evidente, dunque, che un tale lasso temporale non è sostenibile, neanche per colossi mondiali come i costruttori di veicoli.
Lo scenario attuale secondo Unrae
Partendo dal presupposto che il 2020 era cominciato con una sensibile sofferenza del comparto automotive, in particolare per il settore auto, lo scoppio dell’epidemia Coronavirus e le successive azioni di contenimento hanno completamente fermato l’industria della mobilità. Non solo per lo stop delle attività produttive, ma anche per l’impossibilità di acquistare nuovi veicoli da parte della clientela.
Tra tutti, il settore dei veicoli industriali è quello che ne sta risentendo meno, seppur con percentuali drammatiche. Questo proprio grazie alla strategicità della categoria.
Veniamo però ai numeri delle immatricolazioni, con particolare riguardo al mondo dei veicoli industriali che, nel primo bimestre del 2020 (pre emergenza Covid-19), aveva registrato una flessione dello 0,3%, pertanto un mercato abbastanza stabile, con 3.873 pezzi venduti. Passando al mese di marzo, invece, il panorama è completamente cambiato, con una perdita di circa il 50% delle immatricolazioni rispetto al marzo 2019 (1.077 contro 2.161). Come detto, però, il segmento veicoli industriali ha risentito un po’ meno del lockdowon. Le auto che perdono infatti oltre l’85 per cento delle immatricolazioni. Magra consolazione.
Gli scenari futuri: quando il ritorno alla normalità?
Il ruolo dell’Unrae è quello di analizzare il mercato e, di conseguenza, anticipare o cercare di correggere trend e tendenze. Cosa alquanto difficile in questo contesto, dove ci ritroviamo di fronte ad una situazione mai vista e assolutamente ingovernabile.
Ad ogni modo, gli analisti dell’associazione hanno delineato due scenari differenti, uno peggiore e uno migliore. Nel primo caso è prevista la riapertura delle fabbriche non prima di fine agosto, mentre nella migliore delle ipotesi si riparte a fine maggio. Guardando a queste due possibili sviluppi dell’emergenza Coronavirus, secondo gli esperti, per il settore truck si avrà un arretramento tra il 20 e il 30 per cento rispetto all’anno scorso.
Pur trattandosi di percentuali pesantissime per l’industria di riferimento, va detto che tutto sommato, considerando uno stop dai tre ai sei mesi, si tratta di una situazione che può essere sostenuta se supportata dalle dovute azioni di governo per il settore.
Le proposte di Unrae
Alla luce di quanto sopra, e sottolineando l’importanza del trasporto merci soprattutto in una situazione come quella determinata dalla pandemia Covid-19, Unrae ha messo a punto alcune proposte per preparare il rilancio del settore non appena il lockdown finirà.
Come anticipato, una delle principali criticità del settore sarà senz’altro l’imminente crisi di liquidità in assenza di fatturato per un periodo così lungo. Questo potrebbe portare al rischio sopravvivenza per il 10 o 20 per cento degli operatori con l’inevitabile impatto occupazionale che potrebbe essere devastante (150.000 operatori su 1.400 dealer, per tutto il settore automotive).
Occorre, dunque, intervenire immediatamente con misure di sostegno finanziario per proteggere la liquidità dei concessionari ed evitare il crollo dell’intero sistema.
Per Unrae la direzione da prendere è quella del sostegno della domanda in modo da immettere il maggior numero di ordini possibili alla ripartenza. Una strategia che può essere condivisibile o meno dato che, ancora una volta, si andrebbe verso scelte non strutturali. Forse, però, si tratta di interventi che possono essere messi in atto con maggiore velocità e quindi far sì che se ne risentano subito gli effetti.
In estrema sintesi, queste sono le azioni che saranno richieste al Governo da parte dei costruttori esteri per il settore veicoli industriali: proroga di sei mesi per il superammortamento e, per i veicoli destinati al trasporto merci delle categorie N e O, innalzamento al 150% dell’agevolazione. Inoltre, sarà chiesto un fondo straordinario per il rinnovo del parco veicolare oltre le 3,5 tonnellate di 450 milioni di euro in tre anni, destinato all’acquisto di mezzi Euro VI o con alimentazioni alternative.
Difficile dire se tali misure siano sufficienti o meno. Di sicuro daranno un impulso ad un mercato in ripartenza, ma è necessario pensare sin d’ora al medio lungo periodo per dare al comparto la dignità che si merita, come del resto ha ampiamente dimostrato in fase Coronavirus.
di Luca Barassi