Nessuna serrata dei benzinai in arrivo. Il dietrofront di Faib, Fegica Figisc/Anisa, le sigle sindacali che riuniscono i gestori di impianti di rifornimenti in Italia, dopo l’incontro con le istituzioni è arrivato ieri in tarda serata, con una nota in cui si apprende che “nessuno sciopero è stato proclamato. I gestori vogliono garantire il servizio, ma sono allo stremo: temono di non poter continuare nella loro attività per mancanza di liquidità”. L’incontro organizzato urgentemente tra le sigle dei gestori di impianti e i ministri De Micheli e Patuanelli per sciogliere i nodi della situazione è avvenuto ieri in teleconferenza.

Nessuno sciopero benzinai (per ora)

La situazione carburanti resta stabile su tutto il territorio nazionale nonostante il comunicato di martedì in cui Faib, Fegica Figisc/Anisa annunciavano che “gli impianti di rifornimento carburanti semplicemente cominceranno a chiudere: da mercoledì notte quelli della rete autostradale, compresi raccordi e tangenziali; e, via via,tutti gli altri anche lungo la viabilità ordinaria”. Chiusura che non c’è stata, grazie all’intervento tempestivo dei dicasteri interessati.

“Ciò non toglie che – si legge nella comunicazione congiunta sindacale – le nostre Federazioni hanno ragione di ritenere che i Gestori, da soli, in assenza di interventi immediati di sostegno, non sono più a lungo nelle condizioni di sopportare, sia sotto il profilo sanitario che sul piano economico, tutto l’onere necessario, nella presente drammatica congiuntura, ad assicurare la continuità e la regolarità del servizio essenziale di cui qui si parla.”

benzinai

Le risposte del Governo alle sigle dei gestori degli impianti

Dopo la conference call tra le sigle e i ministri, il MIT ha rilasciato una nota in cui viene sottolineato come stia venendo posta, in continuità con l’azione di Governo, “la massima attenzione alle richieste delle categorie, un settore essenziale coinvolto dalle gravi conseguenze economiche della crisi legata alla diffusione del COVID-19”.

“Per quanto riguarda i benzinai, mi sono impegnato a convocare, nel più breve tempo possibile, un tavolo tecnico tra Ministero dello Sviluppo Economico, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Ministero dell’Economia e delle Finanze e Ministero Del Lavoro E Delle Politiche Sociali, per valutare tutte le misure che siamo in grado di adottare a favore della categoria” sostiene su Facebook Stefano Patuanelli, il ministro dello dello sviluppo economico, alla fine dell’incontro.

Una promessa ribadita anche dalla ministra De Micheli, al lavoro sin da subito per agevolare le trattative tra concessionari e benzinai. “In particolare, i concessionari autostradali potrebbero sospendere il corrispettivo contrattuale dovuto dai gestori di carburante e gestire la pulizia dei piazzali. Inoltre, sarà possibile concordare con i concessionari autostradali periodi di apertura alternata, in funzione della dinamica del traffico, salvaguardando comunque il servizio agli utenti. Sono confermati, comunque, i rifornimenti in modalità self-service”.​

Bene le risposte delle istituzioni ma la situazione dei benzinai rimane critica

L’iniziativa tempestiva del Governo è stata lodevole e su questo non ci piove. La situazione però, come hanno prontamente ribadito le sigle sindacali, resta critica soprattutto a causa della mancanza di liquidità che attanaglia i gestori degli impianti, alle prese con un calo pesantissimo delle vendite di carburanti, intorno all’85% in meno rispetto alla normalità. Un benzinaio romano, intervistato dal Corriere della Sera, ha dichiarato che, a fronte dei quasi 15mila litri di carburanti venduti quotidianamente prima dello scoppio della crisi, ora ne ne vende poco più di mille, il 10% rispetto a prima. Sul lungo un periodo un calo evidentemente insostenibile.

“Pur riconoscendo l’impegno ad alto livello da parte del Governo – hanno concluso le sigle nel comunicato congiunto – alla luce della mancanza di soluzioni a breve, confermano il notevole stato di disagio della Categoria e la forte difficoltà a garantire l’attività: ciò, inevitabilmente, porterà alla chiusura delle aree di servizio – a partire da quelle autostradali – si troverebbero nell’impossibilità di pagare i dipendenti e i rifornimenti”.

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