Coronavirus, i dubbi degli autotrasportatori. Le direttive del Ministero si scontrano con quelle delle regioni?
Nonostante i chiarimenti del Ministero dei Trasporti e del Ministero dell’Interno, i dubbi degli autotrasportatori provenienti da “zone gialle” (tutta Italia eccetto le zone soggette a misure restrittive contenute nel Dcpm 8 marzo) non sono stati sciolti del tutto. Le regioni del Centro e Sud Italia hanno disposto che tutti coloro che sono rientrati dalle […]
Nonostante i chiarimenti del Ministero dei Trasporti e del Ministero dell’Interno, i dubbi degli autotrasportatori provenienti da “zone gialle” (tutta Italia eccetto le zone soggette a misure restrittive contenute nel Dcpm 8 marzo) non sono stati sciolti del tutto. Le regioni del Centro e Sud Italia hanno disposto che tutti coloro che sono rientrati dalle zone rosse o vi abbiano transitato negli ultimi 14 giorni, devono obbligatoriamente comunicarlo alle ASL e iniziare un periodo di quarantena volontario e preventivo per evitare la diffusione del Coronavirus. Anche se in assenza di direttive univoche spetta proprio alle regioni la regolamentazione in merito a queste competenze, il Viminale ha espresso disappunto sulla scelta della comunicazione obbligatoria e dell’attuazione della quarantena preventiva firmata dalle regioni.
Insomma un caos normativo, sottolineato anche da Conftrasporto, legato al transito di tutti i cittadini, riversatisi a migliaia nelle regioni di provenienza dopo aver appreso del Dpcm di ieri, a cui ora si aggiunge anche l’incertezza degli autotrasportatori: si potrà tornare presso il proprio domicilio in zona gialla, dopo essere transitati con il proprio mezzo e per lavoro all’interno di una zona rossa?
Coronavirus, dubbi dalla Sicilia e rassicurazioni dalle Marche
Nell’ordinanza della Regione Sicilia non viene fatta nessuna menzione agli autotrasportatori siciliani che, per comprovati motivi di lavoro, sono costretti ad andare e tornare dalle zone rosse. Nell’ordinanza di Musumeci non vengono menzionati gli autisti ma solamente i concessionari di trasporti aerei, navali e ferroviari, limitatamente all’elenco dei nominativi che devono obbligatoriamente consegnare alle autorità competenti per favorire il riconoscimento dei viaggiatori provenienti dalle zone rosse del Nord Italia. L’assenza di riferimenti agli autotrasportatori nell’ordinanza è indice dell’allineamento della Regione alle direttive ministeriali o implica l’inserimento degli stessi nella macrocategoria dei “viaggiatori”?
Per quanto riguarda la Regione Marche la situazione sembra essere più chiara. Gilberto Gasparoni, segretario di Confartigianato Trasporti Marche, ha infatti comunicato che nella regione è prevista la libera circolazione degli automezzi destinati al trasporto delle merci: “Dopo aver approfondito l’argomento con il comando regionale della Polstrada Marche, possiamo confermare che nessuna limitazione alla circolazione dei veicoli per il trasporto delle merci è prevista nelle Marche, anche nella zona di Pesaro e Urbino già inserita in zona rossa”. Assenza di limitazioni che quindi non dovrebbe comprovare la mobilità degli autotrasportatori marchigiani per lavoro e in attinenza alle norme sanitarie vigenti.
Emilia-Romagna in linea con le direttive governative, precisazioni dal Viminiale
Anche la Regione Emilia-Romagna, in cui più di metà delle province sono interessate dalle misure restrittive del Dpcm per il Coronavirus, ha fatto sapere che “il Governo, durante una videoconferenza con le Regioni nel pomeriggio (di ieri ndr), ha chiarito in modo inequivocabile come non esistano restrizioni per la mobilità dei lavoratori e delle merci né all’interno del Paese né tra il nostro Paese e gli altri. Dunque – si prosegue nella nota “chi deve spostarsi per ragioni di lavoro, anche fra le province e all’interno di esse, lo possa fare. E’ quindi garantito il diritto a lavorare per chi è in buona salute, non presenta sintomi né debba rispettare il periodo di quarantena. Con l’avvertenza che si tratti sempre di spostamenti per ragioni di lavoro o di necessità”.
Per concludere occorre sottolineare un punto della circolare rilasciata dal Viminale in mattinata, in cui viene affermato che “fatto salvo il diritto al rientro nel territorio del comune di residenza, di domicilio o di dimora degli interessati, va qui evidenziato che l’onere di dimostrare la sussistenza delle situazioni che consentono la possibilità di spostamento incombe sull’interessato”.