Aitras, associazione di categoria che riunisce gli autotrasportatori siciliani, ha indetto uno sciopero per oggi a causa delle scarse condizioni di sicurezza in cui gli autisti si ritrovano ad operare, dopo l’entrata in vigore dell’ultimo Dpcm per l’emergenza Coronavirus. Che la situazione sia ancora confusa e senza linee guida, nonostante i chiarimenti e le FAQ rilasciate sui siti istituzionali, è cosa ormai nota da diversi giorni. Adesso a rischio l’approvvigionamento dei beni di prima necessità (alimenti e farmaci) per tutta la Sicilia, in un momento di grande difficoltà nazionale.

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Aitras: Dpcm ha creato un paradosso per gli autisti, sciopero è inevitabile

La nota rilasciata da Aitras ruota intorno a un paradosso che si è venuto a creare in questi giorni convulsi: obbligati a trasportare le merci per garantire la presenza di beni di prima necessità, gli autotrasportatori dopo le 18.00 si ritrovano senza posti in cui poter mangiare e senza servizi igienici da utilizzare, a causa della chiusura di tutte le aree di sosta, come previsto dal Dpcm. In condizioni di questo tipo il rischio di aggravamento delle condizioni sanitarie è concreto, proprio quando la luce in fondo al tunnel per il nostro Paese si fatica ad intravedere, con l’epidemia che ancora non riesce ad essere contenuta e con le terapie intensive quasi al collasso.

“L’autotrasporto non ci sta: i provvedimenti adottati dal Governo sono scoordinati e confusionari – ha esordito l’associazione nella nota in cui dichiara lo sciopero – è infatti perfettamente inutile consentire alle merci di viaggiare se bar, ristoranti e aree di sosta devono chiudere alle 18.00 e non consentono agli autisti di rifocillarsi e consumare un pasto alla fine della giornata di lavoro, nonché espletare i propri bisogni fisiologici e lavarsi bene le mani per mantenere alto il livello di igiene; le aree di sosta diventerebbero orinatoi a cielo aperto aprendo la strada ad altri problemi sanitari”. Problematiche a cui si aggiunge la questione delle mascherine protettive di cui gli autotrasportatori “dovrebbero dotarsi obbligatoriamente (e, in alcuni casi, a loro carico ndr) per entrare nei centri di carico e scarico delle merci ma che non si trovano del modello prescritto? Pertanto le aziende di autotrasporto aderenti ad Aitras/Trasportounito da domani si fermeranno e non consegneranno più le merci, almeno finché il Governo non metterà la categoria nelle condizioni di lavorare” ha poi concluso Aitras.

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I punti per ottenere una soluzione condivisa e la risposta della regione

Aitras ha fatto pervenire alla regione Sicilia una serie di soluzioni da attuare per garantire la sicurezza degli autisti affinché la situazione si sblocchi e lo sciopero rientri. Proposte puntualmente recepite dall’assessore regionale Marco Falcone e inoltrate a tutti i prefetti, nel tentativo di mediazione. Eccoli qui di seguito:

  1. Aree di sosta aperte 24h su 24 lungo tutta la rete autostradale e sulle superstrade: le attività ivi presenti (bar, ristoranti, servizi igienici) non sono riconducibili a meri luoghi di ritrovo, ma sono strutture al servizio di chi guida, che si tratti di autotrasportatori o di altre categorie che, per i motivi previsti nel DPCM, sono autorizzati a viaggiare e spostarsi;
  2. I centri di carico e scarico merci devono fornire agli autotrasportatori le mascherine prescritte qualora gli autisti non abbiano potuto reperirle;
  3. Nei porti i servizi e le attività devono rimanere aperti negli orari in cui vi è movimentazione di navi in modo che gli autotrasportatori in attesa possano servirsene.

Sperando in una rapida risoluzione, noi non possiamo che ringraziare tutti gli autotrasportatori in viaggio – che per ovvi motivi lavorativi non possono stare a casa come il Dpcm vorrebbe – per il servizio che stanno offrendo al Paese e esortarli a rispettare le norme sanitarie vigenti: distanza di sicurezza di almeno un metro, anche durante le operazioni di carico e scarico; particolare attenzione nel lavaggio delle mani e, nel caso non fosse possibile, detergerle con soluzioni disinfettanti; starnutire nella piega del gomito; praticare due settimane di quarantena volontaria nel caso ci fosse il dubbio di essere entrati in contatto con persone positive al coronavirus; nei casi in cui subentrassero febbre o sintomatologie respiratorie non spostarsi da casa ma chiamare il proprio medico o i numeri verdi regionali. Solo nei casi più critici e solo se indispensabile (per evitare di appesantire un sistema sanitario già allo stremo) contattare i numeri di emergenza 112 o 1500.

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