Coronavirus, arriva la nuova autocertificazione per gli spostamenti
Per far fronte all’emergenza coronavirus e disincentivare chiunque ad uscire di casa affinché i contagi diminuiscano, con una nota pubblicata sul sito ufficiale del Ministero dell’Interno, è stata rilasciata la nuova autodichiarazione da compilare e stampare (disponibile in jpg in fondo all’articolo) in caso di spostamenti dalla propria abitazione. La nuova misura per l’autocertificazione è […]
Per far fronte all’emergenza coronavirus e disincentivare chiunque ad uscire di casa affinché i contagi diminuiscano, con una nota pubblicata sul sito ufficiale del Ministero dell’Interno, è stata rilasciata la nuova autodichiarazione da compilare e stampare (disponibile in jpg in fondo all’articolo) in caso di spostamenti dalla propria abitazione. La nuova misura per l’autocertificazione è stata resa necessaria dai numerosi comportamenti sbagliati che ancora, purtroppo, continuano a vedersi in Italia in questi giorni così difficili: nei primi giorni dall’entrata in vigore del Dpcm, su un totale di 665.000 persone fermate, quelle denunciate sono state 27.500.
Cosa si può fare con la nuova autocertificazione?
Gli spostamenti possono essere effettuati, come indicato nel Dpcm 8 marzo, solo per comprovati motivi lavorativi (in questa categoria rientrano ovviamente anche gli spostamenti degli autotrasportatori), per urgenze sanitarie, per necessità improrogabili o in caso di rientro presso il proprio domicilio. Come integrazione al nuovo modulo è stato aggiunto l’obbligo di dichiarazione di non trovarsi in condizione di quarantena di 14 giorni, poiché risultati positivi al virus Sars-Cov-2 o poiché venuti a contatto con possibili contagiati. In questi ultimi casi, nel caso di inottemperanza, si rischiano pene severissime, dai 6 ai 12 anni per concorso colposo in epidemia.
Tra responsabilizzazione e punizione: una situazione complicatissima
Nella logica di responsabilizzazione dei singoli, in caso di mancanza del modulo da compilare stampato il Viminale ha fatto sapere che l’autodichiarazione comprovante i motivi lavorativi “potrà essere resa anche seduta stante attraverso la compilazione dei moduli appositamente predisposti in dotazione agli operatori delle Forze di polizia e della Forza pubblica”. Ora, con la nuova autocertificazione, quanto scritto dovrà essere controfirmato dal pubblico ufficiale che sta svolgendo il controllo e che ha appurato l’identità del cittadino, per evitare di allegare documenti che possano appesantire un apparato già in grande difficoltà.
Per tutti coloro che violeranno le disposizioni, secondo l’articolo 650 del c.p sono previste sanzioni che vanno dall’arresto fino a 3 mesi o alla multa fino 206 euro. Ovviamente la veridicità dell’autocertificazione potrà essere verificata a posteriori: nel caso quanto affermato risulti falso, oltre alle sanzioni di prima, si rischia di incappare anche nelle conseguenze penali previste nell’art 495 c.p. che punisce le dichiarazioni mendaci rilasciate a pubblico ufficiale. In sostanza un doppio reato. Quindi, se non è per i motivi indicati dal Dpcm, state a casa, per il bene di tutti.