Alla fine, pesante come un macigno, la nota con cui l’Autorità di Regolazione dei Trasporti ha comunicato gli importi del contributo ART che l’autotrasporto dovrà versare è arrivata. Dalla nota rilasciata dall’ART si apprende però che tale obbligo sussiste però solo per quegli operatori che si avvalgono di mezzi di capacità di carico di massa complessiva superiore alle 26 ton, nonché trattori con peso rimorchiabile sempre oltre i 26 ton. Sono esclusi anche gli operatori con un fatturato inferiore ai 3 milioni di euro.

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Contributo ART, un’altra stangata per l’autotrasporto

A seguito delle recenti sentenze del Consiglio di Stato, basata su alcuni passaggi del Decreto Genova, all’interno degli operatori economici che devono versare il contributo ART sono ricadute anche le aziende di autotrasporto che effettuano servizi connessi con autostrade, porti, scali ferroviari merci, aeroporti, interporti.

La mobilitazione di Unatras, la sigla che riunisce la maggior parte delle associazioni di categoria di settore, per ora non è riuscita quindi a evitare l’ulteriore scure che si è abbattuta sulle imprese di trasporto merci su strada, che dovranno quindi versare lo 0,6×1000 del fatturato annuale a partire dal 2019.

Di conseguenza il contributo è fissato nella seguente misura:

  • 0,6 per mille del fatturato 2017 per l’annualità 2019
  • 0,6 per mille del fatturato 2018 per l’annualità 2020
  • 0,6 per mille del fatturato 2019 per l’annualità 2021

Il fatturato utile per il calcolo riguarda solo i mezzi sopra le 26 ton

Per fatturato deve intendersi l’importo risultante dal conto economico alla voce A1 (ricavi delle vendite e delle prestazioni) sommato alla voce A5 (altri ricavi e proventi) o voci corrispondenti per i bilanci redatti secondo i principi contabili internazionali IAS/IFRS. Peraltro, il fatturato da prendere in considerazione per il calcolo del contributo è solo quello riconducibile ai mezzi con la capacità sopra individuata (superiore a 26.000 kg.), impiegati esclusivamente nei servizi di trasporto da/per le infrastrutture sopra richiamate. Dal totale dei ricavi vanno inoltre esclusi i ricavi conseguiti per attività eventualmente svolte all’estero da detti mezzi.

Il fatturato rilevante è solo quello superiore a 3 milioni di euro l’anno, pertanto il contributo da parte delle aziende dell’autotrasporto, è dovuto solo se il suo importo risulti superiore a 1.800,00 euro per ciascuna annualità. Di conseguenza, una gran parte degli autotrasportatori non è soggetta all’obbligo di contribuzione in favore dell’Autorità di Regolazione dei trasporti. Il contributo dovrà essere versato secondo le modalità che verranno pubblicate sul sito dell’Autorità www.autorita-trasporti.it da venerdì 5 marzo. Il rischio, come già avevano avvisato le associazioni di categoria, è lo scoppio dello stato di agitazione per una categoria già duramente colpita dagli effetti del Covid-19 e dai divieti che, senza soluzione di continuità, hanno interessato alcune importanti direttive stradali.

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