Contributo ART, l’autotrasporto chiede una proroga e parità di condizioni con i vettori stranieri
Le associazioni di categoria scrivono all'Autorità di Regolazione dei Trasporti: sul tavolo le criticità che le imprese stanno vivendo e le richieste per posticipare gli adempimenti del contributo
Il contributo ART, ormai obbligatorio anche per l’imprese di autotrasporto a partire dall’annualità del 2019, continua ad infiammare gli animi di tutto il settore. Dopo la pubblicazione della nota con cui l’Autorità di Regolazione dei Trasporti ha indicato gli importi e le modalità che le imprese dovranno rispettare per il versamento del contributo, le associazioni di categoria hanno inviato una lettera congiunta per chiedere di posticipare gli adempimenti – la cui scadenza è attualmente fissata al 30 aprile – al prossimo 29 ottobre.
L’obbligatorietà del versamento del contributo ART anche per le imprese di autotrasporto e di logistica – due categorie che almeno inizialmente non erano comprese nella tanto contestata misura – è stata sancita da una sentenza del Consiglio di Stato, basata su alcuni passaggi del Decreto Genova. In sostanza ora tutte le imprese che effettuano trasporto merci usufruendo di autostrade, porti, scali ferroviari merci, aeroporti o interporti e che rispettano determinate condizioni (fatturato superiore ai 3 milioni e con veicoli sopra le 26 ton), dovranno versare, come indicato dalla nota dell’ART, lo 0,6×1000 del fatturato.
Contributo ART, in contrasto con le difficoltà del momento storico
Nella lettera indirizzata al Presidente dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti, Nicola Zaccheo, tutte le Associazioni dell’Autotrasporto regolarmente accreditate presso il Comitato Centrale dell’Albo hanno chiesto la proroga dell’adempimento poiché i provvedimenti ( Delibera n.20/2021, Determina n.30/2021) con cui l’ART ha sancito la fine della sospensione dei versamenti e con cui ha regolato le modalità “non non tengono conto dello sforzo operativo cui si dovrebbero sottoporre le imprese in un periodo di forti disagi come quelli attuali”. Le Associazioni hanno poi ribadito che “l’insistenza con cui l’ART si ostina a chiedere versamenti mal si concilia con quanto dichiarato dal Presidente Draghi sulla necessità nell’attuale momento di crisi di erogare sussidi e non di esigere pagamenti”.
“A tutt’oggi – viene ribadito nella missiva – è ancora pendente avanti al Consiglio di Stato il contezioso aperto dalle scriventi Associazioni per l’annualità 2019 e che le imprese erano fiduciose di non over adempiere nell’immediato”. Inoltre, l’obbligo di versamento “va a ritroso e colpisce annualità per le quali lo stesso Consiglio di Stato in numerose sentenze ha dichiaro illegittime le richieste di ART”.
Serve parità di condizioni con i vettori stranieri
A questo punto l’autotrasporto, sempre in merito al pagamento del contributo, ha paventato una sorta di “discriminante alla rovescia” poiché “i vettori stranieri a parità di servizi svolti in Italia sono sono sottoposti alla stessa rigida procedura di riscossione prevista per i vettori nazionali”. Ed è proprio per questo che è stato chiesto “quali sono nel concreto le misure che l’ART intende adottare per ottenere il pagamento da parte di tali soggetti e garantire in tal modo parità di condizioni”.
“Fermo restando – concludono la missiva congiunta inviata all’ART – il forte convincimento delle scriventi Associazioni circa l’esclusione delle imprese di autotrasporto di merci per conto di terzi dall’obbligo di contribuire al funzionamento dell’ART, si chiede almeno che le imprese siano messe in condizione di poter eseguire gli adempimenti con tempistiche idonee, garantite dalla proroga richiesta”.