Conftrasporto, su costi minimi e “nanismo dimensionale” dell’autotrasporto: la reazione alle parole di Confetra
Critica la reazione di Conftrasporto di fronte alle parole del presidente di Confetra Guido Nicolini, riportate nel comunicato sull’incontro avvenuto agli Stati Generali di Villa Pamphilj, e con le quali, oltre ad un’analisi dello stato dell’arte attuale del settore dei trasporti, sono stati proposti tre punti per il suo rilancio. In particolare ad essere al […]
Critica la reazione di Conftrasporto di fronte alle parole del presidente di Confetra Guido Nicolini, riportate nel comunicato sull’incontro avvenuto agli Stati Generali di Villa Pamphilj, e con le quali, oltre ad un’analisi dello stato dell’arte attuale del settore dei trasporti, sono stati proposti tre punti per il suo rilancio. In particolare ad essere al centro del commento di Paolo Uggè, il vicepresidente Confcommercio-Conftraporto, sono due questioni: quella del “nanismo dimensionale” delle aziende e quella dei costi minimi, delle sovvenzioni e degli sconti all’autotrasporto, ritenute “proposte novecentesche” e non adatte ad affrontare le sfide che il comparto dovrà affrontare nei prossimi mesi poiché “al massimo consentirebbero la stentata sopravvivenza delle nostre imprese”.
Conftrasporto, i costi minimi di riferimento garantiscono sicurezza e aiutano le imprese
Per quanto riguarda i costi minimi di riferimento, con cui garantire la sicurezza dei trasporti e, soprattutto delle strade, la posizione di Conftrasporto è netta. Se per Uggè è “comprensibile, per chi deve in modo evidente pagare il corrispettivo di una prestazione (ovvero dei committenti ndr), l’aspirazione di tenersi le mani libere per strappare il prezzo più basso, facendo ricorso anche alla concorrenza estera” lo stesso non può esserlo per chi rappresenta l’autotrasporto. Come ribadito più volte sono ingenti i danni subiti dalle imprese di trasporto italiane da operatori stranieri che operano al ribasso, quindi in regime di dumping sociale. Senza dimenticare i possibili sfruttamenti che possono essere messi in atto nei riguardi di operatori monoveicolari in difficoltà economica, “che pur di non tornare vuoto si accontenta di incassare almeno il costo del gasolio”.
“Un trasporto che viene realizzato nel rispetto delle regole della sicurezza sociale e della circolazione – prosegue Uggè – non credo vi siano dubbi, risulta essere più sicuro di quelli che quelle regole non le rispettano. Avere sulle strade automezzi, non revisionati o condotti da conducenti pagati a cottimo o provenienti da Paesi dove vengono sottopagati, non risponde al valore della sicurezza. La sicurezza nel trasporto merci è un elemento serio ed indisponibile in un Paese civile. Confetra è contraria ad un sistema che leghi nella responsabilità i soggetti che effettuano delle prestazioni di trasporto in base a dei valori di riferimento definiti da una Autorità pubblica? È un suo diritto rivendicarlo. Credo non lo possa essere per un Governo che invece deve garantire la pubblica sicurezza e l’incolumità dei cittadini che si realizza attraverso il rispetto delle regole”. Regole, tra l’altro, previste da una legge di quindici anni fa (Legge 1 marzo 2005, n.32) finalizzata proprio al riassetto normativo in materia di autotrasporto di persone e cose.
Nanismo dimensionale delle imprese, una coda lunga del settore dei trasporti
Per la questione sollevata da Confetra sul nanismo dimensionale delle imprese, per Uggè si tratta del “frutto di scelte politiche che in questi anni sono state sostenute proprio dalla Confederazione che oggi, non è un caso, contrasta tutti i tentativi di accorciamento delle filiere”. La visione con cui il comparto è stato frammentato, evitando così la nascita di troppi operatori logistici e intermodali dalle dimensioni ragguardevoli e autonomi in materia di spedizioni, “ha impedito la crescita delle imprese”. Quindi, ancora una volta, se una posizione del genere può essere legittima “per chi tutela la parte che ha la funzione di intermediare”, altrettanto non può esserlo per chi tutela gli autotrasportatori.
“Se i padroncini crescono – porta come esempio Uggè – si raggruppano e diventano soggetti in grado di fornire tutti i servizi necessari alla committenza produttiva perché si dovrebbero rivolgere a degli intermediari che magari, non in quella parte che agisce professionalmente in modo corretto, non si preoccupano molto della qualità del servizio di vezione, ma ricercano il margine più elevato. Quindi quando si contrastano tutti gli accorciamenti delle varie filiere di fatto si concorre, come avvenuto in questi anni, a mantenere le dimensioni delle imprese di ridotta dimensione. E’ questo che ha fatto nascere insieme alle esigenze di flessibilità spesso osteggiate da rappresentanze sindacali inadeguate, i monoveicolari nel trasporto merci”.
Nel riprendere infine la nota con cui Unatras aveva sollecitato il Governo a “operare per garantire la sicurezza sociale e della circolazione e non solo perché ritiene la richiesta giusta”, Uggè ribadisce che “Fai/Conftrasporto condivide queste posizioni ed è pronta a sostenere in tutti i modi e con ogni modalità possibile questa posizione” avendone “fatto oggetto di un accordo con il ministro dei trasporti” e precisando che “su questa intesa non è disposta a subire modifiche unilaterali”.