Confetra presenta il Manifesto 2024 per il rilancio europeo della logistica
“Sussiste ormai un tema di fragilità logistica”, dice il presidente di Confetra Carlo De Ruvo, “che va affrontato e posto al centro della nuova agenda politica europea, insieme a una visione nuova della mobilità e della gestione dei flussi di persone e merci, modificando l’approccio finora perseguito, basato più su una logica modale del trasporto e poco sull’integrazione logistica”.
Confetra, la Confederazione Generale Italiana dei Trasporti e della Logistica ha presentato, attraverso il Manifesto 2024 – Per una nuova Europa, la proposta di lanciare una politica europea dei trasporti logisticamente integrata attraverso un nuovo “Libro Bianco europeo sui Trasporti e la Logistica”. L’obiettivo è, in vista delle elezioni europee, di chiedere ai futuri decisori politici una mobilitazione che induca a ripensare priorità, metodo e governance dell’Unione, per dare al settore della logistica la centralità politica e operativa che merita.
I punti del Manifesto di Confetra
“Sussiste ormai un tema di fragilità logistica”, dice il presidente di Confetra Carlo De Ruvo, “che va affrontato e posto al centro della nuova agenda politica europea, insieme a una visione nuova della mobilità e della gestione dei flussi di persone e merci, modificando l’approccio finora perseguito, basato più su una logica modale del trasporto e poco sull’integrazione logistica”.
Tra i punti all’ordine del giorno, quello sul trasporto marittimo. La persistenza della crisi che sta interessando il mar Rosso rischia di generare cambiamenti strutturali nella logistica italiana ed europea. Per questo, Confetra chiede all’UE di promuovere un’azione di policy che affronti il tema della competitività della navigazione e dei porti e quello della sostenibilità su basi più perseguibili, rispetto ad un settore fortemente hard to abate.
Un altro punto fondamentale per Confetra, quello legato al trasporto aereo, per cui la confederazione chiede di promuovere interventi per la competitività dei propri scali aeroportuali, attraverso la semplificazione di procedure doganali, adeguamenti infrastrutturali e una pianificazione di rilancio del cargo aereo, a cominciare dall’Italia.
Anche il trasporto terrestre risulta inadeguato, soprattutto a fronteggiare una domanda crescente. Sul trasporto stradale, in particolare, pesa molto il discorso della decarbonizzazione, mentre su quello ferroviario sussistono problemi di adeguamento tecnologico dei mezzi ma è soprattutto il nodo infrastrutturale il problema.
I valichi alpini, poi, rappresentano una vera e propria “barriera” per l’Italia. Questo tema, però, deve uscire da una logica “settoriale” o “bilaterale” e deve diventare una questione di interesse strategico europeo. È quindi essenziale istituire un coordinamento dei transiti dell’Arco alpino e dei Corridoi europei che li attraversano.
Anche il tema della devarbonizzazioneva profondamente ripensato e posto in essere il principio della “neutralità tecnologica”, in base al quale la sostenibilità va perseguita secondo la dinamica evolutiva delle tecnologie disponibili e tarata su obiettivi realistici.
“Con questo Manifesto”, spiega De Ruvo, “vogliamo chiedere ai nuovi decisori politici di superare l’approccio per singola modalità finora prevalente e l’elaborazione di testi legislativi gravemente generici e anche lacunosi. (…) In futuro – ha concluso De Ruvo – la Commissione dovrebbe portare avanti valutazioni di impatto più trasparenti e intellegibili, coinvolgendo attivamente gli Stati membri, le rappresentanze territoriali e le intere filiere interessate, attraverso una metodologia di calcolo, pesi ponderati e Centri Studi e Ricerca effettivamente indipendenti, possibilmente inseriti in un Albo sottoposto a revisione periodica”.