Class Action contro il CARTELLO DEI COSTRUTTORI di camion, come recuperare il sovrapprezzo pagato

Vi ricordate la multa di 2,9 miliardi comminata dall’Antitrust Ue per il ‘cartello’ fatto dai costruttori di camion sui listini negli anni dal 1977 al 2011? La multa, arrivata nell’estate del 2016, dopo un lungo iter venuto a galla l’anno precedente grazie alle rivelazioni del Financial Times e subito rilanciate da Vado e Torno, era la più alta dopo quella da 1,7 miliardi che colpì nel 2013 le banche coinvolte nel cartello sul tasso d’interesse Libor.

Il recupero del sovrapprezzo? Come muoversi nella giungla burocratica

Chiamati a pagare furono Mercedes per poco più di un miliardo di euro, DAF per 752,7 milioni, il Gruppo Volvo-Renault per 670,5 milioni e Iveco per 494,6 milioni. Restarono fuori i due marchi camionistici del Gruppo Volkswagen, Man e Scania, il primo graziato perché fu la ‘talpa’ che rivelò l’esistenza degli accordi illeciti e il secondo, Scania, perché si rifiutò di collaborare con la Commissione Ue e, quindi, prese l’avvio un ulteriore iter legale. In seguito, partirono diverse class action promosse dagli studi legali Betham Europe e Hausfeld, mentre dal dicembre 2017 Cna-Fita cominciò a sollecitare i suoi associati per avviare una class action contro i cinque costruttori.

Ora, Financial Right, fondata dal tedesco Sven Bode, che già in precedenza con Flight Right, insieme a Philipp Kadelbach, aveva difeso i diritti dei passeggeri dei voli aerei, proprio appoggiandosi al prestigioso studio legale Hausfeld che ha sedi in Europa e negli Stati Uniti, propone l’assistenza legale a chi ritiene essere stato vittima del ‘cartello’. Ovvero, a chi pensa di aver pagato troppo il camion, dalle 6 tonnelate in su, acquistato nel periodo dal 2004 al 2016 (il periodo dal 1997 al 2003 è ormai in prescrizione). Per farlo, basta appoggiarsi all’apposita piattaforma web truck-damages.com/it/.

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