Class action

Alzi la mano chi si ricorda la stangata sferrata dall’Unione europea nel 2017 ai costruttori di camion, nello specifico Mercedes, DAF, Volvo-Renault, Scania e Iveco (MAN restò fuori in quanto denunciante) colpevoli di aver fatto ‘cartello’ sui prezzi dei camion man mano che scattavano le nuove norme sulle emissioni. Scherzo costato 3,8 miliardi di euro di multa, senza dimenticare gli ulteriori 800 milioni inflitti a Scania che aveva fatto appello senza ‘collaborare’.

Class action contro il cartello, dopo la multa è ora dei risarcimenti

Chiusa la procedura a Bruxelles, però, ora per i costruttori si apre il nuovo capitolo dei risarcimenti ai clienti. Che spesso si sono riuniti in class action per farsi valere, come per esempio le 3.200 aziende che hanno aderito all’iniziativa di uno studio legale tedesco e hanno aperto una causa civile davanti ai magistrati di Monaco di Baviera.

La stima del rimborso ai clienti

Per capire i numeri, basti pensare che tra le parti lese ci sono aziende con parchi camion di tutto rispetto, come la francese Stef che, da sola, reclama risarcimenti sui contratti di acquisto relativi a oltre 70 mila mezzi. Problema che andrà a gravare sui bilanci dei costruttori coinvolti, visto che alcuni esperti (che hanno voluto restare anonimi) stimano in almeno 7.000 euro a camion, tra danno e interessi legali, l’assegno che i cinque marchi potrebbero essere costretti dal tribunale a girare ai clienti.

Class action contro il cartello: 7.000 euro a camion di rimborso?

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