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Prima la presentazione alla camera di una proposta di legge M5S contro le false coop. Poi, la notizia che la Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano ordina l’amministrazione giudiziaria della Ceva Logistic Italia, ramo della multinazionale da 7 miliardi l’ anno di fatturato, leader nazionale nello spostamento merci, 1.400 dipendenti e 75 sedi. Ovvero, il Tribunale assume il controllo societario tramite un proprio amministratore e finisce sotto accusa il consorzio che gestiva la movimentazione interna delle merci nei magazzini dell’azienda logistica.

False coop e finti padroncini, gli ‘escamotage’ che fanno male al settore

Tema, quello delle false coop, fenomeno che affligge diversi settori tra cui logistica e autotrasporto, tornato dunque prepotentemente d’attualità. Ma nei magazzini e sulle strade mai passato di moda: «È una dinamica che incide moltissimo sul settore, specie in alcune regioni del Sud, dove le false coop sono più numerose delle imprese normali», dice il Segretario Nazionale di Fiap, Silvio Faggi.

«Ci sono giochi strani, il camionista affitta il camion alle coop, fattura alle coop e a fine anno le coop gli rilasciano il Cud come fosse un dipendente. Quindi, padroncini che non hanno più nessuna caratteristica dell’impresa, di fatto lavoratori dipendenti mascherati che figurano come soci dipendenti pur essendo iscritti alla camera di commercio e all’Albo come imprenditori. Una realtà molto diffusa specie in Campania e in Puglia, ma non solo. Le cattive pratiche trovano terreno fertile molto più di quelle buone, e si esportano facilmente: queste coop hanno sede prevalentemente Sud, ma operano su tutto il territorio nazionale, anche al nord», continua Faggi.

La proposta di legge del M5S mira a colpire il caporalato

Ma la proposta di legge del M5S conosce e affronta questa fattispecie legata al mondo dell’autotrasporto? Si direbbe di no. «La proposta è incentrata sulle coop spurie, ma pensando come unica conseguenza a quella del caporalato, che nel mondo del trasporto è meno evidente». continua Faggi. «Chi ci ha lavorato pensava alla logistica, all’extracomunitario o anche all’italiano messo nelle coop farlocche e sfruttato: una realtà che esiste, ma non è l’unica fattispecie. Non mi pare di vedere nel testo la consapevolezza del fatto che ci sono situazioni anomale anche nell’autotrasporto, soprattutto padroncini monoveicolari che si associano in coop come lavoratori dipendenti pur mantenendo formalmente la veste di imprenditori», dice Faggi, che però concede: «mi sembra comunque una buona base di partenza, potrebbe essere interessante fare una riflessione per capire se e come si può emendare per ricomprendere le situazioni che ci sono nell’autotrasporto».

False coop e finti padroncini

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