dimissioni Simona Vicari

Un Rolex rischia di mandare all’aria i tentativi di pacificazione tra Governo e associazioni dell’autotrasporto, già insidiati dai contrasti all’interno di Unatras. La bomba delle dimissioni di Simona Vicari, sottosegretario ai Trasporti, accusata di corruzione a mezzo Rolex, appunto, è scoppiata il 19 maggio, una settimana dopo il contrastato esecutivo Unatras che doveva decidere se accettare le promesse del Governo, oppure procedere con una protesta più concreta.

La trattativa si arena

«È emersa la richiesta di alcuni di proclamare il fermo indicando la data. Solo al termine del confronto, si è deciso di attendere il testo dell’emendamento per poter compiere valutazioni», scrive il presidente di Fai Conftrasporto, Paolo Uggè.

«Rimangono punti qualificanti, per il positivo esito della vertenza, la questione dei tempi di pagamento e dei costi di riferimento. Temi su cui abbiamo riscontrato disponibilità da parte del Governo. In ogni caso, al netto degli approfondimenti tecnici in materia di costi di esercizio, entrambe le questioni devono trovare una soluzione», afferma il segretario generale di Assotir, Claudio Donati.

Quando Vicari sembrava tranquilla

La pace non era ancora stata garantita, anche se ancora due giorni prima delle dimissioni il sottosegretario, durante il suo intervento al convegno organizzato da Anita a Roma, si era mostrata sicura dell’ accordo: «Il Governo, in linea con quanto dichiarato durante l’ ultimo tavolo sull’autotrasporto tenutosi al Mit, sta presentando il pacchetto di emendamenti che sarà inserito nel Ddl di conversione della Manovrina 2017. Vogliamo creare le condizioni affinché le imprese possano operare in un contesto sempre più competitivo».

dimissioni Simona Vicari

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