Dal tanto atteso incontro tra le associazioni di categoria dell’autotrasporto e il MIMS del 15 marzo sul caro-carburanti, a fronte del tanto lavoro che ancora deve essere concretizzato, è emersa almeno una certezza: le sigle partecipanti si sono impegnate formalmente a non proclamare nessun fermo nazionale del settore garantendo il proseguimento dei servizi, tassello fondamentale per evitare il tracollo dell’economia, già in netto rallentamento dopo la ripresa del 2021.

Nonostante manchi all’appello ancora una proposta concreta per la riduzione del costo del gasolio alle stazioni di servizio (ancora stabilmente sopra i 2 € al litro in tutta Italia), la scelta delle sigle dell’autotrasporto è arrivata in seguito all’annuncio dell’arrivo di un provvedimento generale da parte del Governo che, stando alle prime indiscrezioni, entro questo giovedì ridurrà già di almeno 15 centesimi il costo del gasolio. Tuttavia, anche se le sigle più grandi hanno congelato un ipotetico fermo nazionale, altre associazioni stanno comunque proseguendo sulla linea dura delle proteste, almeno fino a quanto non arriveranno i primi aiuti concreti.

Caro-carburanti, la posizione della viceminsitra Bellanova

“Ne sono assolutamente convinta: un intervento sulle accise non è più rinviabile”, ha esordito la viceministra Teresa Bellanova durante l’apertura del tavolo dell’Autotrasporto del 15 marzo sul caro-carburanti, tenutosi presso la Sala Mappamondo al Mims. “Il caro carburante rischia di strozzare questo segmento che è strategico per il paese, ripercuotendosi su altri settori ugualmente essenziali e di prima necessità. Bisogna agire adesso, con coraggio e determinazione. Dopo sarebbe troppo tardi. “In queste ultime settimane abbiamo lavorato senza sosta consapevoli delle difficoltà che il settore sta vivendo e della necessità di dare risposte anche a criticità strutturali aggravatesi nel tempo”.

Il “Protocollo di intesa” per l’autotrasporto italiano

Come ribadito anche nella nota di Unatras, Bellanova ha presentato alle sigle un pacchetto di proposte – definito “Protocollo di intesa” – che ha recepito quanto richiesto a gran voce nelle ultime settimane dal settore. L’accordo contenuto nel “Protocollo di intesa” (che, va ribadito, deve ancora essere sottoscritto da tutte le parti), ruota principalmente intorno a quattro punti. Si parte con la clausola di adeguamento del costo del carburante e dall’adeguamento dei costi di riferimento (che dovranno essere aggiornati almeno trimestralmente). Tematiche a cui si sono aggiunti i controlli sul rispetto dei tempi di pagamento di trasporto e la revisione della regolamentazione dei tempi per il carico e lo scarico delle merci. Durante l’incontro non sono mancati i riferimenti al fondo di 240 milioni di euro destinati all’autotrasporto per il triennio 2022-2024 e agli incentivi da erogare per lo svecchiamento del parco veicolare.

Unatras, in conclusione, ha precisato che “per fermare la speculazione in atto, abbiamo chiesto di attuare dei controlli serrati oltre a fissare per decreto un tetto al prezzo del gasolio. Non abbiamo firmato alcun accordo ma il tavolo resta aperto permanentemente. Sabato sono confermate le nostre manifestazioni/assemblee per confrontarci con la categoria e anche per protestare contro le speculazioni sul prezzo e sulla carenza del canale extra rete”.

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