Caro carburanti, ANITA chiede con urgenza un incontro al Governo sul taglio delle accise
Secondo ANITA, "la traduzione pratica del taglio delle accise sta avendo impatti devastanti poiché per tali imprese esso si traduce in un beneficio pari a poco più di 3,5 centesimi di euro al litro, favorendo di fatto i veicoli maggiormente inquinanti (da euro 0 a euro IV) e causando danni irreversibili sul mercato".
Dopo qualche giorno di tregua, si riaccende la cruciale questione del caro carburanti per l’autotrasporto. Oggi, 23 marzo, ANITA ha chiesto con urgenza un incontro al Governo e alla vice ministra Teresa Bellanova – si legge nella nota diffusa dall’associazione che riunisce le imprese di autotrasporto – “per la rapidissima attuazione dell’art.17 del decreto legge 21/2022 che prevede lo stanziamento di 500 milioni di euro destinati a calmierare il prezzo del gasolio ed al riconoscimento di una misura sul gasolio compensativa e immediatamente esigibile per le imprese che fruivano del credito d’imposta sulle accise, temporaneamente sospeso per effetto delle nuove disposizioni”.
Secondo ANITA, “la traduzione pratica del taglio delle accise sta avendo impatti devastanti poiché per tali imprese esso si traduce in un beneficio pari a poco più di 3,5 centesimi di euro al litro, favorendo di fatto i veicoli maggiormente inquinanti (da euro 0 a euro IV) e causando danni irreversibili sul mercato. ANITA ritiene insostenibile tale paradosso e chiede che venga immediatamente sanato”.
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La posizione di ANITA sulla questione del caro carburanti
La stessa associazione, presieduta da Thomas Baumgartner, si era detta contraria al blocco proclamato da UNATRAS prima dell’ultima sessione di confronto al Tavolo ministeriale. All’inizio di questo mese, tuttavia, ANITA aveva fatto sentire la propria voce – e quindi quella degli associati – in merito all’aumento spropositato del costo del gasolio che sta mettendo in ginocchio l’intero settore dell’autotrasporto in Italia. Adesso arriva la richiesta di un chiarimento con la vice ministra.