Il mondo dei trasporti è in estrema difficoltà, con un’azienda su due che, a causa della mancanza di liquidità dettata dal crollo della domanda (ormai a -70%), rischia di chiudere. Ora, ad aggravare ulteriormente la situazione del settore, potrebbero essere proclamati scioperi spontanei da parte di alcuni camionisti, strumentalizzati da chi in passato ha già sfruttato momenti di crisi per cavalcare l’onda del disagio e del dissenso.

A lanciare l’allarme è Conftrasporto, in una nota in cui viene sottolineato quanto il momento che il settore sta vivendo in questi mesi concitati sia estremamente delicato: “le situazioni di disagio avrebbero potuto innescare manifestazioni di protesta organizzate da chi già nel passato aveva tentato di strumentalizzare il movimento dei forconi per proprie convenienze – spiega Paolo Uggè, vicepresidente Conftrasporto-Confcommercio . “Oggi si apprende che già dalla prossima settimana, venendo meno ai protocolli sull’autoregolamentazione delle iniziative di protesta, il tentativo di strumentalizzare è partito”.

Possibili scioperi spontanei da parte dei camionisti a causa della crisi

Da tempo Conftrasporto-Confcommercio aveva lanciato l’allarme sulla difficile (e a lungo insostenibile) situazione nella quale si trovano le aziende dell’autotrasporto e i camionisti. “Da più di 15 giorni avevamo richiesto e avanzato proposte per dare liquidità immediata alle imprese che con il loro lavoro stanno tenendo in piedi l’Italia – ricorda il vicepresidente Uggè. “I modelli erano pronti: bastava copiare quanto fatto dalla Germania e dalla Svizzera. Ma il presidente del Consiglio non ci ha voluti ascoltare”.

In questo caso, citando i modelli virtuosi di Germania e Svizzera Conftrasporto, che non ha mai nascosto le critiche nei confronti del Governo in merito alla gestione dell’emergenza coronavirus, si riferisce alla farraginosità del “Decreto Liquidità”. Il meccanismo previsto nel Decreto (le cui pratiche sopra i 25 mila euro e per le grandi aziende sono gestite da SACE, una controllata della Cassa Depositi e Prestiti) si basa infatti su una serie di garanzie che lo Stato fornisce agli istituti bancari, in merito alla solvibilità delle aziende richiedenti. Le aziende che richiederanno i prestiti dovranno quindi passare attraverso numerosi passaggi – statali, bancari, gestionali – prima di ottenere il via libera. Molte aziende, come ha sottolineato Conftrasporto, in assenza di liquidità immediata potrebbero chiudere ben prima che l’iter burocratico per la concessione dei prestiti sia completato.

Conftrasporto rassicura per le associazioni di categoria, ma la base non ce la fa più

Da parte di Conftrasporto sono arrivate immediate rassicurazioni in merito alla volontà di collaborazione da parte delle associazioni di categoria, ma i rischi di serrate spontanee restano comunque alti: “Le federazioni di settore responsabili non proclameranno alcuna iniziativa di fermo – precisa il vicepresidente di Conftrasporto – ma proteste spontanee potrebbero verificarsi. Il Governo dovrebbe rispondere nei tempi più rapidi possibili all’emanazione di alcuni provvedimenti annunciati (costi della sicurezza, tempi di pagamento, interventi sui pedaggi autostradali, riduzione di tempi di lavoro per il personale viaggiante) oltre ad attuare gli interventi necessari ad assicurare la liquidità alle imprese, che è un problema universale per il mondo imprenditoriale”.

“Non è piacevole dover ricordare che l’avevamo detto, ma la situazione è veramente difficile. Conftrasporto si comporterà come sempre nell’interesse del Paese e delle imprese che rappresenta”, conclude infine il vicepresidente di Conftrasporto-Confcommercio.

 

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