Camionisti olandesi, più della metà non rispetta i tempi di guida. Ma la maggior parte lo farebbe involontariamente
Dalla terra dei mulini non arrivano notizie rincuoranti: più della metà degli autisti di camion olandesi viola spesso (almeno una volta alla settimana) le norme riguardanti i tempi di guida. È il risultato shock di un sondaggio anonimo tra oltre 1800 camionisti condotto dalla trasmissione televisiva “De Monitor”, uno dei principali programmi di inchiesta dei […]
Dalla terra dei mulini non arrivano notizie rincuoranti: più della metà degli autisti di camion olandesi viola spesso (almeno una volta alla settimana) le norme riguardanti i tempi di guida. È il risultato shock di un sondaggio anonimo tra oltre 1800 camionisti condotto dalla trasmissione televisiva “De Monitor”, uno dei principali programmi di inchiesta dei Paesi Bassi, e dal sindacato degli autotrasportatori CNV (Christelijk Nationaal Vakverbond). Ma, stando a quanto riportato a margine delle dichiarazioni anonime, dietro al mancato rispetto delle normative non ci sarebbe il dolo da parte dei camionisti.
Camionisti olandesi, non ci sarebbe il dolo. Numerose le cause
Infatti, secondo gran parte dei camionisti intervistati, le infrazioni sarebbero involontarie: viaggi mal programmati, tempi di attesa esagerati nei piazzali dei clienti e pressione dei manager per il rispetto del “dannato” just-in-time, combinati con la difficoltà a reperire spazi di sosta per le pause imposte dal tachigrafo sarebbero all’origine del ripetersi di violazioni che, se da un lato potrebbero costare sanzioni anche pesanti, dall’altro non mettono comunque a rischio la sicurezza della circolazione perché allungano i tempi di guida di 60-90 minuti per volta.
Niente a che fare, perciò, con i kamikaze bulgari o rumeni che guidano 16 o 20 ora di fila alternando più card false nel tachigrafo.
Unica soluzione, secondo il sindacato CNV, una revisione dei tariffari a livello europeo: riducendo la pressione sui costi degli autisti sparirebbero rapidamente dal radar tabelle di marcia che sono palesemente “impossibili”. Nel frattempo prosegue la campagna di ROADPOL, la rete di cooperazione tra le Polizie Stradali europee (a cui partecipano anche i distaccamenti italiani), nata sotto l’egida dell’UE, con cui sono stati intensificati i controlli sui mezzi pesanti delle principali arterie del continente.