Camionisti brutti, sporchi e cattivi secondo media e Governo
Brutti, sporchi e cattivi. E pure inquinanti. C’è poco da fare, i tir non godono di buona stampa. In questo periodo storico di attenzione crescente nei confronti dei cambiamenti climatici indotti dall’inquinamento, l’autotrasporto finisce spesso nel mirino. Il problema è che scarseggia la buona informazione, quella che ti spiega la realtà per quella che è, […]
Brutti, sporchi e cattivi. E pure inquinanti. C’è poco da fare, i tir non godono di buona stampa. In questo periodo storico di attenzione crescente nei confronti dei cambiamenti climatici indotti dall’inquinamento, l’autotrasporto finisce spesso nel mirino. Il problema è che scarseggia la buona informazione, quella che ti spiega la realtà per quella che è, invece di inseguire slogan e semplificazioni. E sparare sui tir è uno sport facile. Oltre che sugli autisti, spesso costretti a guidare troppe ore, in una spirale che parte dalla committenza e, prima ancora, dal Governo che lascia fare, autisti che arrivano a drogarsi per reggere.
Così si arriva ai tagli lineari ai rimborsi delle accise sui carburanti che facevano parte del Decreto Clima, da cui sono stati tolti per approdare, modificati, alla Manovra economica del governo giallorosso, e su cui la confusione peraltro continua ad essere massima. Ma quel che sorprende è l’idea di partenza, basata su un pregiudizio: tagliare i rimborsi del 10 per cento all’anno, a tutti i veicoli, senza distinzione tra quelli che inquinano tanto o poco, e si farà un’azione benefica per l’ambiente.
Il pregiudizio contro i tir dilaga…
Idea che entra a far parte di un provvedimento verde, quasi a sancire che i tir sono nemici dell’ambiente. Ma, come è stato notato non purtroppo dal mondo ambientalista bensì da quello dell’autotrasporto, così in realtà si penalizzano le imprese che hanno investito in veicoli meno inquinanti, e non si raggiunge alcun risultato di carattere ambientale.
«Così facendo si penalizzerebbero anche i mezzi pesanti meno inquinanti, gli Euro 6, con il solo risultato che i camion di tutte le categorie farebbero rifornimento all’estero, con una perdita per le imprese italiane di distribuzione e per le casse dello Stato. Se invece, come proponiamo da tempo, si penalizzassero solo i veicoli più vecchi, maggiormente inquinanti, tagliando solo a questi i rimborsi delle accise sul gasolio, si spingerebbero le imprese a rinnovare il parco circolante, con un vantaggio per l’ambiente, considerato che il 60 per cento dei mezzi circolanti in Italia è di categoria ante euro 4», afferma il Vicepresidente di Confcommercio e Conftrasporto, Paolo Uggè.
Tagli lineari delle accise si è fatta retromarcia
Bisogna però dire che il Governo, almeno in parte, ha accolto la tesi, tagliando i rimborsi per veicoli Euro 3 e 4, anche se nella confusione che regna tra i partiti di maggioranza non è ancora chiaro cosa accadrà ai veicoli meno inquinanti. Situazione resa comunque possibile, come detto, dal pregiudizio di partenza.
La realtà è molto più complessa e fare un esempio può essere utile. Viene da Giorgio Quagliuolo, Presidente Conai, il consorzio nazionale che coordina il recupero, il riciclo e la valorizzazione dei materiali di imballaggio di acciaio, alluminio, carta, legno, plastica e vetro, cui aderiscono oltre 850 mila imprese produttrici e utilizzatrici di imballaggi. «La raccolta differenziata non è un fine. È un mezzo. Non dobbiamo mai dimenticare che tutto il materiale raccolto deve essere adeguatamente trattato, e per questo servono impianti. Ma, soprattutto, nelle regioni del sud Italia ci troviamo di fronte a una drammatica carenza di impianti per il trattamento dei rifiuti di imballaggio. Problema non solo economico, legato ai costi di trasporto dei materiali al Nord, ma anche ambientale: basta pensare alle emissioni legate ai trasporti verso le regioni settentrionali. Cosa può accelerare il percorso verso la realizzazione di nuovi impianti? Sicuramente norme chiare e trasparenti, con un orizzonte di lungo periodo».
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