Camion in contromano, nel 2021 almeno 4 casi in Italia. Ed è polemica sulla sicurezza
In tutti e quattro i sinistri gli autotrasportatori coinvolti guidavano bilici con targa straniera ed erano in evidente stato di ebbrezza. E il numero degli autisti stranieri nei prossimi mesi aumenterà
La vittima più nota è Johnny Carera, procuratore sportivo di campioni di ciclismo come Nibali o Pogacar (vincitore dell’ultimo Tour de France), che la notte dello scorso 26 novembre percorreva tranquillo l’A4 Milano-Bergamo quando all’altezza di Agrate è stato centrato in pieno da un bilico con targa polacca in totale contromano. Anzi, secondo alcune fonti pare che il camion stesse addirittura invertendo la marcia, in autostrada e al buio, visto che era quasi mezzanotte.
Se Carera è ancora vivo, ma dopo essersela vista brutta per una settimana in terapia intensiva all’ospedale di Niguarda a Milano, è grazie al fatto che guidasse un “carrarmato” come la Porsche Cayenne. Ma secondo l’osservatorio sul fenomeno dei contromano realizzato dall’Asaps, l’associazione che sostiene e fa da megafono alla Stradale, solo nel 2021 sono stati almeno altri quattro i casi che hanno visto coinvolti autisti di mezzi pesanti: ad aprile sull’Autobrennero, a giugno sulla Bolzano-Merano e sulla Torino-Aosta, a novembre oltre che sulla A4 anche sulla Torino-Savona. Un fenomeno preoccupante: basta guardare i dati dell’osservatorio Asaps per il 2019, pre pandemia: 51 casi di contromano sulle strade italiane, considerando anche le auto, con 10 vittime e 124 feriti.
Camion, il nodo della sicurezza è centrale
E il numero di autisti provenienti dai paesi dell’Est Europa, considerando le nuove imponenti campagne di assunzioni (e di acquisizioni di nuovi camion per lo svecchiamento del parco veicolare) lanciate da alcuni colossi locali dei trasporti, sarà destinato ad aumentare nel 2022. Con possibili ripercussioni (negative) sulla sicurezza delle strade europee, anche a causa della formazione di taluni autisti, spesso carente e poco aggiornata sulle ultime novità in fatto di adas dei mezzi o dell’evoluzione delle normative.
E Bruxelles, da questo punto di vista, sembra non interessarsi attivamente ma, anzi, pare agire nel verso opposto. È notizia di questi giorni, infatti, la condanna della Corte europea di giustizia nei confronti della Francia, colpevole di aver voluto fermare con norme ad hoc (bollate come discriminatorie) gli autotrasportatori che trafficano con i furgoni da 35 quintali tipo Ducato e Sprinter, esenti da tachigrafo e autorizzati a viaggiare legalmente a 130 in autostrada.