Per il quarto mese consecutivo i dati sulle immatricolazioni dei veicoli pesanti non solo hanno ancora il segno più, ma hanno registrato una vera e propria impennata (+31,1%), probabilmente frutto della conclusione di numerosi acquisti di flotte fatti durante la prima parte dell’anno e finalizzati soltanto ora, a causa delle complicazioni dettate dalla crisi del Covid-19. In questo senso le misure contenitive che hanno accompagnato la seconda ondata (da ottobre) sono state meno severe rispetto a quelle del primo lockdown, con evidenti benefici sulle immatricolazioni dei camion.

camion

Mercato camion in forte crescita dopo la contrazione di inizio anno

Come di consueto la fotografia mensile sullo stato del mercato camion arriva dal Centro Studi e Statistiche di UNRAE, l’Associazione delle Case estere. Sulla base dei dati di immatricolazione forniti dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il mercato dei veicoli industriali con massa totale a terra superiore alle 3,5t ha fatto nuovamente registrare in novembre un incremento a due cifre delle immatricolazioni, pari al 31,1% rispetto al novembre del 2019, con 2.338 unità immatricolate contro 1.784.

Gli undici mesi del 2020 restituiscono così una perdita consolidata di -13,7% rispetto allo stesso periodo del 2019 (18.505 immatricolazioni contro 21.451).

Nel comparto dei veicoli pesanti, con massa totale a terra uguale o superiore alle 16t, l’incremento del mercato a novembre fa registrare +37,7% su novembre 2019 (1.983 unità immatricolate contro 1.440), che porta il risultato del comparto nei primi undici mesi del 2020 a –12,6% sullo stesso periodo del 2019 (15.054 immatricolazioni contro 17.226).

Una ripresa frutto di svariati fattori

Il fatto che i dati di mercato che rileviamo in questa seconda ondata di contagi sembrino procedere su valori di positività, contrariamente a quanto avvenuto nella prima ondata – afferma Paolo Starace, Presidente della sezione Veicoli Industriali di UNRAE – può dipendere dal fatto che il lock-down è stato meno severo rispetto alle attività manifatturiere che di fatto non hanno chiuso, con conseguente sostegno della produzione industriale e della domanda di trasporto”.

“Inoltre rileviamo un incremento di consegne del segmento flotte le quali hanno di fatto posticipato a fine 2020 le consegne di acquisti conclusi nella prima parte dell’anno. Da ultimo la ritrovata fiducia dei trasportatori nel rinnovare il parco circolante grazie al saldo dei contributi agli investimenti arretrati e, dall’altro, vista l’apertura dei termini del primo periodo di incentivazione agli investimenti per il 2020 e il 2021”.

Lo sbilanciamento delle categorie dei camion per gli investimenti dei prossimi anni

A questo proposito piuttosto – sottolinea Starace – varrebbe la pena riflettere con attenzione sulla rapidità con la quale si sono esaurite le risorse messe a disposizione per le diverse categorie di veicoli ammessi a contributo. Le domande di prenotazione dovevano essere inviate a partire dalle ore 10:00 del 1° ottobre scorso e fino alle ore 8:00 del 16 novembre.

Starace ha poi fatto il punto sulla situazione degli investimenti, ancora troppo sbilanciata tra le reali richieste degli autotrasportatori e fondi effettivamente disponibili per le tipologie di veicoli più richieste. “Solo la categoria dei veicoli con motorizzazione Euro VI da acquistare contro radiazione per rottamazione – prosegue – ha esaurito la disponibilità relativa di risorse, in meno di 5 ore dopo l’apertura dei termini, mentre alla chiusura dei medesimi, quindici giorni dopo, nessun’altra categoria aveva impegnato per intero le proprie risorse”.

Il rinnovo del parco veicoli deve essere graduale

Queste sono indicazioni chiare e significative che provengono dal mercato reale – conclude Starace – e ci dicono con nitidezza dove si indirizza oggi la scelta dell’autotrasporto rispetto al rinnovo del parco, stante l’attuale struttura dell’offerta e disponibilità di veicoli industriali in commercio. Un rinnovo che procede seppur nella direzione auspicata, ma non con la velocità necessaria. Con un’anzianità del parco circolante italiano che nel segmento >16 ton raggiunge i 12 anni e l’assenza sul mercato di alternative economicamente percorribili, non possiamo far altro che ricordare al decisore politico che gli attuali veicoli Euro VI rimangono la scelta obbligata”.

A tale proposito occorrerebbe una politica che favorisca e sostenga in modo più decisivo gli enormi investimenti messi in campo dall’autotrasporto, con piani pluriennali e strutturali. Ne va non solo della competitività del nostro settore in Europa e nel mondo ma anche della salute di migliaia di imprese nonché della sicurezza dei camionisti.

In primo piano

Articoli correlati