Camion-filobus si può, ma serve uno standard condiviso a livello europeo
Non è un capriccio da ecologisti estremi il progetto e-Highway di Siemens che prevede l’utilizzo in autostrada di camion ibridi dotati di pantografi automatici per poter viaggiare a emissioni zero collegati alla rete elettrica. Al contrario, se implementato su 4-5 mila chilometri dei tratti più soggetti a traffico pesante della rete autostradale tedesca, potrebbe generare […]
Non è un capriccio da ecologisti estremi il progetto e-Highway di Siemens che prevede l’utilizzo in autostrada di camion ibridi dotati di pantografi automatici per poter viaggiare a emissioni zero collegati alla rete elettrica. Al contrario, se implementato su 4-5 mila chilometri dei tratti più soggetti a traffico pesante della rete autostradale tedesca, potrebbe generare importanti vantaggi in fatto di emissioni inquinanti e di miglioramento dell’impatto ambientale della logistica merci.
Il parere arriva dal Fraunhofer Institut di Monaco, uno tra i più apprezzati centri di ricerca scientifica al mondo, e avalla anche dal punto di vista dei costi un’iniziativa che per divenire concreta richiede tra gli 8 e i 12 miliardi di euro, ma che avrebbe come conseguenza anche quella di riequilibrare gli scompensi di assorbimento di energia da parte della rete elettrica. In poche parole, i camion-filobus potrebbero godere di tariffe agevolate notturne con un doppio vantaggio: da un lato contribuire all’abbassamento del costo del trasporto e dall’altro ‘sfruttare’ il surplus di energia normalmente disponibile in network quando le grandi fabbriche sono ferme.
Qualche remora rimane
Due, a detta dei ricercatori del Fraunhofer, i principali ostacoli al decollo del progetto. Prima di tutto la mancanza di uno standard comune europeo, il che rischierebbe di scatenare la guerra delle diverse tensioni che già nel dopoguerra ha contrapposto le ferrovie di molti Paesi europei, contribuendo a frenare l’integrazione transfrotaliera delle reti.
Freno ancora più importante sarebbe rappresentato dai costruttori dei camion che, con l’abbandono dei grandi diesel a 6-8 cilindri, temono di veder sciogliersi come neve al sole il cuore tecnologico e in continua evoluzione del veicolo, sostituito da un ‘banale’ motore elettrico. Tra le ipotesi prospettate dai ricercatori, la più percorribile pare quella di integrare il progetto e-Highway in un programma europeo più vasto, così da poter godere di riduzioni di costo dovute all’effetto scala. E trovare una sponda comune anche per i fondi da destinare all’elettrificazione delle corsie autostradali.