Come ogni fine anno, il dibattito sulla Legge di Bilancio ha di fatto oscurato gran parte delle altre notizie. Così il 20 dicembre, a soli 11 giorni dal disastro al deposito di carburanti di Calenzano (FI) costato la vita a 5 persone (tre dei quali autisti di cisterne), è “passato in fanteria” il comunicato della Procura della Repubblica di Firenze, secondo il quale «una tubazione riposta sulla struttura (delle pensiline) risulta essere priva di bulloni di sicurezza».

Notizia diffusa con il corredo di due video delle telecamere interne al deposito che documentano come il personale della manutenzione stesse lavorando nei pressi dalle cisterne in fase di carico e, pochi secondi prima dell’esplosione, un’abbondante fuoriuscita di liquido abbia portato alla formazione di una densa nube di vapori sul punto di innesco della deflagrazione.

In attesa degli esiti delle perizie, commissionate a superesperti del settore (due di loro hanno lavorato al processo per l’attentato di Capaci) e previsti entro febbraio, i video confermano quanto segnalato fin dal primo momento dagli autisti sopravvissuti. In uno dei depositi di gasolio più grandi d’Italia – 17 ettari di superficie, 24 serbatoi per oltre 150mila tonnellate di oli combustibili, 10 pensiline per le chilolitriche – erano in corso interventi di manutenzione ai sistemi di carico a poca distanza dalle autocisterne in fase di riempimento.

Una scelta all’apparenza incomprensibile e che stride – sottolineano a microfoni spenti gli autotrasportatori – con le rigide prescrizioni di sicurezza cui sono sottoposti gli autisti delle cisterne, per non parlare della lunga formazione sul regime Adr di trasporto di combustibili cui devono sottoporsi. Regole che hanno di certo limitato l’entità del disastro: nonostante l’esplosione delle pensiline, i serbatoi sono rimasti intatti. Ma non hanno impedito che i tre camionisti Vincenzo Martinelli, Carmelo Corso e Davide Baronti, più i due manutentori Gerardo Pepe e Francesco Cirelli perdessero la vita, senza contare i 26 feriti gravi e i danni causati dall’onda d’urto per centinaia di metri intorno all’impianto. 

In primo piano

[Video] Vi raccontiamo lo Scania 40 R Electric

Il camion elettrico di Scania ospita sei pacchi batterie con tecnologia NMC che promettono oltre 400 km di autonomia. In cabina domina il comfort, mentre il pacchetto di servizi digitali Scania è pensato per agevolare la transizione alle aziende di trasporto. E ci sono i primi casi di successo.

Articoli correlati

USA: in 10 anni aumentati del 50% gli incidenti con i camion 

La spia rossa l’ha accesa la NHTSA - National Highway Traffic Safety Administration, l’ente che negli USA si occupa della sicurezza stradale. Ha svolto un’analisi approfondita sui più recenti dati ufficiali sulle vittime della strada, risalenti al 2022, mettendoli in relazione con l’evoluzione regis...

Dakar 2025, così Iveco si prende tutto

Dominio assoluto dei musoni Iveco che fanno il pieno di vittorie di tappa e si prendono tutto il podio. Sul gradino più alto sale per il secondo anno consecutivo Martin Macík, che sigilla il successo nella prima settimana, limitandosi a controllare nella successiva. Al secondo e terzo posto Mitchel ...