Violeta Bulc

Dovrebbero essere due istituzioni che vanno a braccetto, Commissione e Parlamento europeo. Ma, almeno per quel che riguarda la politica dei trasporti, sono in realtà due palazzi che si guardano in cagnesco, a voler essere benevoli.

L’ultimo degli scontri riguarda il dumping sociale nel mondo dell’autotrasporto, piaga che facendo leva sui ridicoli stipendi di autisti rumeni e bulgari, sta mettendo in ginocchio le imprese grandi e piccole di Italia, Germania, Olanda e Francia.

Con la commissaria slovena Bulc solo l’Est, la sua terra

Il 18 maggio, mentre la Commissione incominciava a far trapelare anticipazioni sul pacchetto ‘Europe on the move‘ con ulteriori estensioni del cabotaggio internazionale, a Strasburgo si votava a larga maggioranza una lunga e articolata risoluzione (55 punti) che proprio tra gli elementi focali indicava al punto 4 l’invito alla Commissione «nell’elaborazione del pacchetto di iniziative sulla mobilità stradale, a tenere ugualmente conto della risoluzione del Parlamento del 14 settembre 2016 sul dumping sociale nell’Unione europea».

Un ceffone senza precedenti alle politiche di liberalizzazione del cabotaggio internazionale perseguite dalla commissaria ai trasporti Violeta Bulc (guarda caso di nazionalità slovena) e salutate con entusiasmo solo dai parlamentari europei dei Paesi dell’Est, che su questa concorrenza sleale stanno costruendo la fortuna economica delle aziende locali.

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