Cabotaggio illegale

Può sembrare una bega da avvocaticchi il ricorso col quale il Governo turco sta trascinando l’Austria davanti alla Corte di Giustizia dell’Unione europea. Ma potrebbe trasformarsi nel grimaldello per spalancare le porte dell’Ue a una nuova valanga di operatori pronti a fare cabotaggio illegale.

Nel procedimento apertosi a Lussemburgo il 31 gennaio scorso Ankara contesta a Vienna di impedire alle proprie aziende di autotrasporto di operare al di fuori dei contingenti previsti dagli accordi bilaterali con i Paesi terzi.

Dovesse vincere si apre la strada a una vera invasione

Facendo leva su un verbale inflitto a un camionista turco fermato senza licenza bilaterale al confine austriaco, il punto di vista di Ankara è ultimativo: se il Paese dispone di un accordo di associazione all’Unione europea che gli impone di rispettarne il diritto di libera circolazione delle merci, l’attuale regime di contingentamento delle licenze è in contrasto col diritto comunitario.

Tesi azzardata e provocatoria, che sta però togliendo il sonno ai ‘piani alti’ dei palazzi di Bruxelles. Se infatti il tribunale del Lussemburgo dovesse dare ragione alla Turchia, le strade europee potrebbero essere invase da camion con targa, in primis turca, e poi anche di molti altri Paesi terzi col medesimo status, dall’Albania all’Ucraina. Un festival del cabotaggio illegale che potrebbe mettere denitivamente ko gli operatori di Germania, Francia e Italia.

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