Non ci sono più soltanto i divieti settoriali e il “dosaggio” del traffico pesante da parte austriaca a mettere in discussione l’effettiva agibilità dell’asse del Brennero. Grane colossali, di certo, ma prive di risvolti tecnici significativi. Il problema con la lettera maiuscola che va di giorno in giorno ingigantendosi è lungo 1804 metri e largo 21, piantato – per modo di dire – su 48 piloni di cemento armato.

Un viadotto colossale la cui criticità risale ancora dai tempi della progettazione, visto che il Luegbrücke è stato costruito nel 1965-68, e che una guerra politico-burocratica tra la regione del Tirolo e la concessionaria autostradale Asfinag non consente di sanare, mettendo a rischio l’utilizzo del tratto dell’A13 a ridosso della frontiera con l’Italia, tra Gries am Brenner e Innsbruck.

Brennero, ai divieti si sommano le difficoltà tecniche

L’azzardo di 60 anni fa è stato quello, vista la scarsa coerenza del terreno che costringeva a profonde (e costose) opere di fondazione, di costruire il viadotto direttamente a doppia carreggiata – e non come due ponti indipendenti, uno per corsia, come sul versante italiano – fatto che oggi non consente interventi di approfondito risanamento senza mettere in discussione il transito su tutto il ponte.

Nonostante i reiterati dubbi sollevati da attori locali e nazionali coinvolti a vario titolo nella questione, il mancato rinnovo delle campate e dei piloni, sottoposti a un traffico annuo di oltre 2,3 milioni di veicoli, il progetto milionario per sostituirlo è bloccato su un binario morto. Da un lato c’è la concessionaria Asfinag, pronta a costruire una coppia di nuovi viadotti indipendenti paralleli a tamburo battente. Dall’altro c’è la popolazione locale, sostenuta dal presidente del Tirolo Platter, che chiede di realizzare invece una galleria che allontanerebbe dall’abitato di Gries am Brenner fumi e rumore dell’autostrada.

Corsie alternate, per ora l’unica via percorribile

E nel frattempo Innsbruck ha congelato le autorizzazioni al cantiere sull’Asse del Brennero. Così, mentre la stampa di opposizione austriaca accusa Platter di “voler mettere le mani in tasca ad Asfinag” gestendo direttamente il colossale progetto, la brutta notizia per chi deve passare dal Brennero è che fino a fine 2022 sul Luegbrücke si passerà a fatica tra corsie uniche diurne e semi-chiusure notturne.

Per migliorare la sicurezza del ponte, perlomeno? «No, il Luegbrücke è del tutto sicuro» ribadisce Asfinag. I 20 milioni di euro di lavori servono a montare una specie di “grembiule protettivo” al di sotto del ponte tra pilone e pilone per evitare che eventuali distacchi di parti ammalorate del viadotto possano colpire chi vive e transita nelle vicinanze. Per il resto, nebbia totale.

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