Brennero, i divieti austriaci stanno esasperando la Germania: inviata lettera a UE
Le proteste contro le limitazioni austriache al traffico del Brennero, inviate alla commissaria UE, sono rimaste lettera morta. La Germania alza il tiro
La commissaria Ue ai trasporti, Aldina Vălean, ignora le proteste per le limitazioni al traffico lungo l’asse del Brennero? La Baviera ha scelto di “giocare pesante”: il ministro dei trasporti di Monaco Kestin Schreyer, anch’essa una donna, ha deciso di indirizzarsi direttamente a una terza donna, la presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen.
Brennero, la situazione diventa sempre più insostenibile
In una lettera pubblica indirizzata a Bruxelles lo scorso 2 novembre, la Schreyer afferma che «il sistema della Blockabfertigung (il cosiddetto dosaggio) non riduce il traffico, lo ostacola soltanto, causando enormi problemi di congestione e ingorghi che mettono in pericolo tutti gli utenti della strada».
Ribadito che i divieti «non sono neppure utili per il clima, perché gli ingorghi aumentano le emissioni dei veicoli» la ministra bavarese ha voluto sottolineare anche che questi interventi di limitazione possono essere accettabili in caso di gravi emergenze, ma nel momento in cui diventano strutturali – al punto che il Tirolo pubblica di anno in anno un calendario delle giornate soggette a Blockabfertigung – vanno a ledere il diritto alla libera circolazione. Tant’è, ha concluso la Schreyer «che chiedo alla presidente von del Leyen di insistere con l’Austria sul rispetto dei trattati europei, valutando se portare la questione davanti alla Corte di giustizia europea».
Mentre la Germania alza il tiro sulla posta in gioco presso l’Asse del Brennero, snodo su cui quotidianamente transitano oltre 7000 camion, anche 13 sigle dell’autotrasporto europeo (tra cui figura anche l’IRU) sono scese in campo scrivendo direttamente alla Commissione UE per sensibilizzare in merito alla tematica dei divieti. Alcune sigle dell’autotrasporto italiano, dal canto loro, hanno perfino iniziato a intraprendere azioni legali: ma non direttamente contro la nazione “incriminata” bensì contro la stessa Commissione UE, rea di non aver messo in mora l’Austria dopo le reiterate violazioni delle normative comunitarie.