La chiusura austriaca delle frontiere con l’Italia e l’aumento dei controlli a campione su tutti gli autotrasportatori hanno creato una coda di quasi 50 km che si snoda dal Brennero quasi fino a Bressanone. L’A22 nella provincia di Bolzano è paralizzata totalmente: al traffico leggero (automobili, motocicli e truck sotto le 3,5 t) è ora vietato l’ingresso in autostrada a partire dal casello di Chiusa, poco prima di Bressanone. Chiusi tutti i caselli in entrata a partire da Bolzano nord. I controlli sul traffico verso il Land del Tirolo non avvengono solo presso il passo del Brennero, ma anche negli altri valichi di competenza austriaca confinanti con l’Alto Adige, ovvero passo Resia e Sillian/Prato Drava. Sono iniziati i controlli anche in Carinzia, al confine con il Friuli Venezia-Giulia, seppur con qualche ritardo.

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Al Brennero blocco (quasi) totale, tanti i disagi

Al confine del Brennero da ieri il traffico è stato ridotto a una sola corsia per favorire i controlli. Nessun veicolo privato può entrare e fermarsi in Austria. Possono rientrare i cittadini, a patto che rispettino due settimane di auto-isolamento. Si registrano disagi per tutti i passeggeri ferroviari, costretti a scendere alla stazione del Brennero con il divieto di sconfinare a piedi: l’unica soluzione rimangono taxi e autobus, tutti con il divieto di sostare in Austria. Gli agenti di frontiera infatti, oltre alla temperatura corporea, controllano se nel veicolo è presente abbastanza benzina per arrivare in Germania senza effettuare soste sul territorio austriaco

Vienna ha poi fatto arrivare al Brennero strutture anti-migranti mai utilizzate in precedenza, per velocizzare le operazioni che, comunque, si prospettano lunghissime: infatti, nonostante non ci siano divieti per i trasporti commerciali a differenza delle auto e dei mezzi privati, l’intento sembra chiaramente quello di far desistere tutti gli autotrasportatori. Nella migliore delle ipotesi si prospettano tempi di percorrenza triplicati, ma il calcolo è fatto al ribasso quindi, a tutti gli autotrasportatori, occhio: i vostri viaggi potrebbero diventare delle vere e proprie odissee.

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La reazione delle associazioni di categoria

Durissime le parole di Thomas Baumgartner, presidente di ANITA, in merito ai danni che la gestione austriaca del blocco frontiere sta causando all’economia italiana: “Le imprese italiane hanno già iniziato a pagare il salato conto dei controlli alle frontiere, decisi ieri dal Governo austriaco. Al Brennero, nella giornata di oggi, si sono registrate in uscita code di veicoli di 50 km, fino a Bressanone, con un allungamento dei tempi di attraversamento del confine per i mezzi pesanti di tre ore. Tradotto in moneta, stimiamo una lievitazione del costo per ogni passaggio di camion, che arriva a circa 450 euro. Tenuto conto dei 100.000 passaggi realizzati in uscita al mese, il costo che sopporterà l’export italiano è di oltre 50 milioni di euro al mese”.

La richiesta di ANITA è quella di organizzare i controlli dei passaggi alle frontiere nel modo più efficace possibile, senza provocare rallentamenti nel traffico merci. Rallentamenti che, inevitabilmente, danneggiano l’economia italiana in un momenti di crisi senza precedenti.

“Chiediamo inoltre al Governo austriaco – ha poi concluso Baumgartner – di attuare tutte le misure necessarie per fluidificare i traffici al Brennero e, dunque, l’eliminazione dei divieti di circolazione il sabato, del divieto notturno, del pedaggio notturno sulla A13 (Brennero-Innsbruck) e dei sistemi di dosaggio”.

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