In occasione del tanto atteso Black Friday, il “venerdì nero” in cui vengono scontati milioni di prodotti sia nei negozi online che digitali, il Freight Leaders Council (FLC) è sceso in campo per fare chiarezza sulle complesse dinamiche che sottostanno alla giornata in questione, un momento in cui tutta la filiera logistica nazionale (e mondiale) è messa sotto stress (complice anche il successivo “Cyber Monday”, del 29 novembre). In un anno, il 2021, dove la continuità degli approvvigionamenti si è dimostrata estremamente complicata anche nei periodi di flusso commerciale “normale”, tra l’impennata dei costi dei noli dei container, la crisi delle materie prime e una nutrita schiera di complicazioni. Una serie di problematiche che nel secondo anno di crisi pandemica potrebbero mettere a rischio la puntualità delle consegne, previste nell’ordine dei milioni. All’interno del Black Friday, inoltre, saranno proprio i processi logistici a determinare l’andamento dei prezzi, con inevitabili ripercussioni sulle tempistiche.

Black Friday, previste spese per 1,8 mld €

Il massiccio sbilanciamento dei flussi container, soprattutto quelli via mare da e per l’Asia, ha causato in tutto il mondo una diminuzione nelle scorte del 10-15%. Nei paesi del G20 l’evoluzione dei costi delle materie prime e dei trasporti avrà un peso sulla crescita dell’inflazione dei prezzi al consumo, che secondo le stime Ocse raggiungerà il 4,5% alla fine del 2021 e il 3,5% alla fine del 2022. Il fenomeno della crisi delle supply chain e i problemi specifici del trasporto via mare dureranno “probabilmente fino all’ingresso di nuova capacità nel 2023”.

Dall’altra parte, con la fine del lockdown il boom dell’e-commerce non ha rallentato. I consumatori “online” sono 28,5 milioni. Con Black Friday, Cyber Monday e Natale ci sarà un’ulteriore impennata. Secondo i dati dell’Osservatorio e-commerce B2c Netcomm– Politecnico di Milano, tra il Black Friday e il Cyber Monday, nel 2021 gli italiani spenderanno circa 1,8 miliardi di euro, il 21% in più rispetto al 2020.

“Eventi promozionali come il Black Friday innescano un picco enorme della domanda, a cui si aggiunge il flusso dei resi, ma solo per un periodo ristretto, mentre l’effetto di questa attività sulle operazioni logistiche è enorme” dichiara Massimo Marciani, presidente del Freight Leaders Council. “Nei paesi anglosassoni, ad esempio, molte aziende hanno deciso di non aderire alla frenesia promozionale a causa della massiccia inefficienza che questo evento spot provoca alla gestione ordinaria del proprio business, così come all’aumento dei costi per l’assunzione di lavoratori e per l’affitto di attrezzature di magazzino aggiuntive”.

Black Friday, le nuove abitudini di acquisto degli italiani hanno modificato l’approccio alla logistica

Le modalità di acquisto del consumatore italiano stanno rapidamente cambiando, un trend accelerato anche dall’emergenza pandemica. Stiamo velocemente passando dal canale di acquisto fisico, con circa 1 milione di esercizi commerciali serviti da approvvigionamenti periodici, pianificati e razionali verso indirizzi conosciuti, ad un canale online che interessa circa 28,5 milioni di persone e quindi 28,5 milioni di indirizzi (spesso sconosciuti) con ordini casuali, generalmente per il giorno dopo e, in alcuni casi, per il giorno stesso.

Sono 9mila i negozi che hanno chiuso i battenti lo scorso anno e, allo stesso tempo, le vendite al dettaglio su internet sono cresciute dell’85% rispetto al 2019 e del 38% rispetto al 2020. Il settore vale oggi 40 miliardi di euro con una penetrazione del 10% sul totale. “Non possiamo assolutamente pensare di contrastare questo trend – commenta Marciani – ma piuttosto dobbiamo aiutare i consumatori a spingere i brand ad adottare principi di sostenibilità (non solo ambientale) in modo chiaro e aperto. Se un cliente online su tre sceglie la piattaforma dove operare gli acquisti in base alle opzioni di consegna/ritiro, allora vuol dire che la vera leva di marketing dei prossimi anni sarà la logistica”.

I rischi degli acquisti compulsivi di massa

I consumatori ordinano spesso piccole quantità di merce, che richiedono comunque un viaggio e una consegna ad hoc. Il costo ambientale della singola consegna è più alto, a causa degli imballaggi aggiuntivi e della movimentazione dei furgoni nei centri urbani, costretti a fare molte più soste. Nei periodi di picco, un corriere, in un turno, può arrivare anche a 190 fermate contro le 90-100 dei periodi standard. Secondo vari studi americani, nelle zone dove l’online raggiunge il 50% delle vendite complessive, la congestione urbana aumenta del 34%. L’impronta ambientale dell’acquisto online è doppia rispetto al canale tradizionale; se si chiede la consegna rapida, diventa addirittura tripla.

“La corsa allo shopping online alimenta la logistica del capriccio, mettendo sotto stress l’intero sistema distributivo, costretto a rispondere a tempi di consegna ridotti, spesso non necessari, che generano un aumento dei livelli di inquinamento, del consumo di imballaggi, di congestione e di incidentalità urbane – sottolinea il presidente del Freight Leaders Council – I consumatori dovrebbero conoscere anche le conseguenze del richiedere ritmi veloci, sarebbe opportuno considerare modelli di consegne più sostenibili per il sistema economico e per l’ambiente.”

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