BKT, il gigante indiano dei pneumatici si appresta a entrare nel mercato dei camion da cava
La notizia non ha ancora i crismi dell'ufficialità, ma è stata annunciata da BKT nei giorni scorsi. Inizialmente, il produttore dovrebbe fornire pneumatici per i camion da cava in 11 misure tra le più richieste sul mercato.
Il produttore indiano di pneumatici BKT, tra i nomi di punta per l’equipaggiamento dei trattori in ambito agricolo, si appresta a entrare nel mercato dei camion da cava. La notizia non ha ancora i crismi dell’ufficialità, ma è stata annunciata da BKT nei giorni scorsi. Inizialmente, il produttore dovrebbe fornire pneumatici per i camion da cava in 11 misure tra le più richieste sul mercato.
Intanto, come riporta il sito Trattoriweb, BKT ha recentemente potenziato il suo impianto strategico di Bhuj, in India, considerato una sorta di “sole” attorno a cui ruotano tutte le strategie di BKT: è proprio a partire dal potenziamento di questo impianto, situato nella regione del Gujarat e inaugurato nel 2015, che il colosso degli pneumatici intende portare a termine gli obiettivi per il 2026, recentemente disvelati: l’intento è quello di raggiungere in meno di tre anni un fatturato di 2 miliardi di dollari, con una produzione annua di 600.000 MT (ovvero tonnellate metriche).
BKT, la produzione dei pneumatici ha avuto un balzo rispetto al pre-pandemia
Solo per citare i trend più recenti, le attività di BKT sono aumentate del 49% rispetto al periodo pre-pandemia, un picco notevole che testimonia quanto la multinazionale indiana sia sempre pronta per nuove opportunità e sfide. E ancora concretamente, dai lontani 92 MT di produzione al giorno del 2015, Bhuj ha chiuso il 2022 con il miglior risultato di sempre, 436 MT quotidiani.
La costruzione di nuove strutture ha segnato un miglioramento anche delle condizioni di sicurezza dei dipendenti, un aspetto a cui BKT tiene molto; la comunità che opera all’interno del sito di Bhuj era composta da un totale di 4.776 persone. Al benessere della sua comunità BKT dedica ogni anno molti investimenti, attraverso, per esempio, l’ampliamento degli spazi che ospitano le famiglie dei lavoratori dipendenti (ora vi risiedono quasi 1.000 persone), nella cura della loro salute, nell’istruzione dei bambini. Una vera “fabbrica sociale” a tutto tondo, insomma, che resta un modello virtuoso tra i primi al mondo nel comparto manifatturiero.