Azioni di protesta ma nessun fermo. TrasportoUnito chiarisce la sua posizione
«L’autotrasporto italiano non regge più e scende in campo (…) La decisione è stata assunta: e già a partire dalla prossima settimana verranno avviate su tutto il territorio nazionale azioni di protesta in escalation». Così TrasportoUnito, associazione eretica non nuova a proteste autonome rispetto alle maggiori sigle del settore, ha rotto il tabù della protesta […]
«L’autotrasporto italiano non regge più e scende in campo (…) La decisione è stata assunta: e già a partire dalla prossima settimana verranno avviate su tutto il territorio nazionale azioni di protesta in escalation». Così TrasportoUnito, associazione eretica non nuova a proteste autonome rispetto alle maggiori sigle del settore, ha rotto il tabù della protesta durante la pandemia.
Scatenando un putiferio: Confetra, a cui pure TrasportoUnito aderisce, si è dissociata: «Confetra non condivide toni e contenuti della comunicazione di Trasporto Unito. Siamo impegnati a rappresentare con vigore, in queste drammatiche settimane, le istanze dell’industria logistica. Non servono né minacce né strepitii per svolgere al meglio questo lavoro».
La reazione delle associazioni di categoria alle dichiarazioni di TrasportoUnito
Ma non basta: qualcuno ha preso fin troppo alla lettera le dichiarazioni di Longo e ha scritto di fermo nazionale, che TrasportoUnito non ha mai indetto. «Con il nostro gruppo dirigente abbiamo individuato la necessità dover dare un segnale» spiega Longo, «ma nel nostro comunicato non si parla di fermo. Forse qualcuno ha voluto strumentalizzare la nostra iniziativa. Forse è stata erroneamente interpretata, ma la reazione di altre associazioni mi ha freddato. Se una organizzazione, nel momento in cui le aziende vivono un forte disagio e tanti problemi non risolti, tenta di fare pressione come mi sembra giusto, non vedo perché ci debba essere un sollevamento da parte di altre associazioni che hanno gli stessi problemi, o almeno dovrebbero averli».
Longo si riferisce anche a Conftrasporto, il cui vicepresidente Uggè ha affermato: «Avevamo ipotizzato che le situazioni di disagio avrebbero potuto innescare manifestazioni di protesta organizzate da chi già nel passato aveva tentato di strumentalizzare il movimento dei forconi per proprie convenienze. Oggi si apprende che già dalla prossima settimana, venendo meno ai protocolli sull’autoregolamentazione delle iniziative di protesta, il tentativo di strumentalizzare è partito». Altro che trasporto unito: questa categoria di stare unita proprio non ne vuole sapere.