Un vuoto normativo di oltre 16 anni, ricettacolo di tante critiche da parte degli autotrasportatori e delle imprese. Quello del trasporto container su gomma è un nodo intricato, che ha creato non pochi malumori nel settore, con impatti negativi su tutta la filiera logistica nazionale. Una serie di dissidi a cui le sigle associative dell’autotrasporto e le associazioni della committenza hanno cercato di porre rimedio, siglando dopo mesi di intenso lavoro il nuovo accordo in materia. Limati gli aspetti più spigolosi, il nuovo documento entrerà in vigore a partire dal 1° luglio 2021 e andrà a colmare le lacune dell’ultimo accordo di questo tipo, siglato nel lontano 20 dicembre 2004.

A comunicarlo Fai-Conftrasporto, che ha ribadito quanto la firma rappresenti un primo passo di una nuova fase di relazioni industriali per superare con successo le contrapposizioni tra vettori e committenti e per promuovere una maggiore efficienza dell’intera filiera logistica. La firma del documento sul trasporto container portato alla ricostituzione del “tavolo nazionale container” per riequilibrare una situazione che vede in sofferenza le imprese dell’autotrasporto.

L’autotrasporto fa sentire la sua voce

Tra i punti del documento siglato tra autotrasporto e committenti si prevede, tra l’altro, che le indennità relative alle prestazioni accessorie vadano riequilibrate sulla base degli effettivi costi sostenuti dall’autotrasporto. Quella siglata nei giorni scorsi è una prima intesa in vista di un accordo più ampio che deve coinvolgere tutti gli operatori della filiera sotto l’egida del Ministero competente.

Tra gli obiettivi c’è quello di garantire linee comuni di condotta che riducano la variabilità dei comportamenti ritenuti dannosi per l’organizzazione del servizio stesso e della sicurezza stradale attraverso l’adozione di principi e raccomandazioni che consentano anche di contrastare il fenomeno dell’abusivismo.

Fai-Conftrasporto punta i riflettori su cicli operativi, indennizzi e operatività

Il segretario di Fai-Conftrasporto Andrea Manfron, ribadisce, citando i punti centrali dell’intesa, la necessità di chiedere al ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili di intervenire sulle Autorità di Sistema Portuale (ADSP) e sugli operatori interessati (terminal container) per disciplinare la tracciabilità e la registrazione dei cicli operativi in modo da superare le difficoltà organizzative che si ripercuotono in termini di tempo e denaro sull’autotrasporto durante le attese dei camion nei bacini portuali.

A questo proposito, le Associazioni firmatarie prevedono la necessità di definire accordi di programma per stabilire un regime di indennizzi. L’intesa tenta di risolvere anche le criticità sul ritiro dei contenitori vuoti precisando che la responsabilità sullo stato dei contenitori è del terminal/deposito che li consegna. L’intesa riguarda anche la variazione della tariffa di trasporto, che sarà applicata quando il costo del gasolio subirà una variazione in aumento o in riduzione superiore al 2%, sulla base di una percentuale indicativa puramente di riferimento quale la quota di incidenza pari al 30%.

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