Unatras, l’Unione Nazionale delle Associazioni dell’Autotrasporto Merci, ha scritto una lettera alla Ministra dei Trasporti Paola De Micheli nella quale, oltre a riprendere le delicate argomentazioni delle scorse missive, sottolinea “l’estrema urgenza per il varo dei provvedimenti attesi dalla categoria dell’autotrasporto, che in quest’emergenza sta continuando tra mille difficoltà di carattere operativo ed economico a garantire la mobilità delle merci nel Paese”. La lettera è firmata dal presidente Unatras Amedeo Genedani.

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Unatras, per l’autotrasporto servono misure urgenti

Come previsto dal Dpcm del 26 aprile la tanto attesa “fase” è finalmente iniziata lo scorso 4 maggio. Constatato il (lento) calo dei contagi e il generale miglioramento della situazione epidemiologica, che comunque persiste nella sua complessità, il Governo ha disposto la riapertura di alcuni esercizi commerciali, il riavvio della produzione industriale e l’allentamento dei provvedimenti contenitivi, ovviamente nel totale rispetto delle misure di sicurezza, dal distanziamento sociale all’utilizzi di mascherine e dpi. Più di 3 milioni di lavoratori sono quindi potuti tornare presso gli uffici, i negozi, le fabbriche.

Ma c’è una categoria che non è passata da una “fase 1” a una “fase 2”, che non ha mai smesso di lavorare, anche nelle situazioni più pericolose, che ha sempre garantito la fornitura dei beni di prima necessità soprattutto in un momento così complicato: quella degli autotrasportatori, la spina dorsale degli approvvigionamenti nel nostro Paese.

Nella missiva di Unatras viene sostenuto infatti che “l’autotrasporto sta giocando un ruolo determinante per garantire l’approvvigionamento della manifattura e sorreggere il Paese dai colpi inferti dagli effetti indotti del coronavirus”. Ed è proprio per questo che “è necessario non lasciare le imprese di autotrasporto in balia dell’effetto domino dei mancati pagamenti, del peso dei costi di gestione e della contestuale riduzione degli incassi a causa del mancato bilanciamento dei viaggi determinato dalla diminuzione dei viaggi di ritorno”. Il rischio, ribadisce la nota Unatras, riguarda soprattutto migliaia di piccole e medie aziende del settore che, senza interventi urgenti, potrebbero chiudere definitivamente.

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Tempi di pagamento, liquidità immediata e posticipo pedaggi autostradali

Consapevole del fatto che il solo riconoscimento della grande dignità dell’autotrasporto e della dilazione delle scadenze (di cui comunque l’associazione riconosce l’importanza) non bastano, Unatras ha stilato un elenco ragionato e dettagliato affinché venga garantita la sopravvivenza del settore, in un momento drammatico come questo.

Nello specifico le misure che Unatras ritiene più urgenti sono due: la prima riguarda i tempi di pagamento e la conseguente necessità di valori di riferimento “che consentano al settore di avere il giusto riconoscimento economico ed essere pagati in tempi adeguati”; la seconda, come giustamente prevedibile, la necessità di disporre di liquidità immediata per far fronte alle spese a al calo di fatturato dovuti al coronavirus. Per quanto riguarda il secondo punto, Unatras torna poi sulla questione del “Decreto liquidità” affinché siano garantite “procedure semplici e veloci e tassi di interesse prossimi allo zero”. Viene poi rimarcata la possibilità di erogazione delle risorse gestite dal MIT, tra cui “incentivi e contributi pubblici relativi agli anni passati quali investimenti e formazione professionale”, nonché di definizione degli importi delle deduzioni forfettarie.

Unatras prosegue poi con la richiesta di posticipo del pagamento dei pedaggi autostradali, ribadendo quanto già sottolineato ad aprile. Ciò andrebbe fatto “al fine di compensare i mancati ricavi, dovuti anche ai viaggi sottocosto determinati dall’impossibilità di bilanciare i traffici per mancanza di viaggi di ritorno” consentendo “l’accesso al Fondo di Garanzia anche ai Consorzi che anticipano il pagamento dei pedaggi per conto delle imprese di autotrasporto”.

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Rimborso accise, polizze assicurative e condizione di insularità

L’associazione di categoria ha speso parole anche sulla questione del rimborso accise e del rinnovo del parco veicoli: “In questa fase emergenziale, ove è oggettivamente complicato per le imprese sostituire i mezzi anche per la mancata attuazione degli incentivi per l’anno 2020 – viene sottolineato nella nota – è necessario prorogare per i veicoli euro 3 e 4 la possibilità di fruire ancora il rimborso delle accise sul gasolio fino ad ottobre 2021, e poter successivamente riavviare il rinnovo del parco veicolare. Sempre in tema di investimenti, viste le difficoltà operative, è di fondamentale importanza prevedere il differimento dei termini per la rendicontazione degli incentivi attualmente in corso relativi all’anno 2019”.

Per quanto riguarda la questione delle polizze assicurative, già portata alla luce da Conftrasporto la scorsa settimana, Unatras, oltre all’esigenza di posticiparne i pagamenti, esorta ad “intervenire sull’ANIA affinché sia rivisto in ribasso l’importo del premio assicurativo”, poiché “buona parte del parco veicolare è fermo perché direttamente connesso alle attività i cui cicli lavorativi sono sospesi ed i flussi di traffico sono sensibilmente diminuiti con conseguente riduzione di rischio di incidenti”.

Ultimo, ma non meno importante, è il punto inerente alle difficoltà che le aziende di trasporto di Sicilia e Sardegna hanno dovuto affrontare a causa delle loro condizione di insularità. Va data massima priorità all'”abbattimento dei costi, soprattutto quelli di traghettamento derivanti anche dall’introduzione del regolamento IMO”. Particolare attenzione è data anche alla convenzione per la continuità marittima con la Sardegna, in scadenza il 18 luglio, poiché “ad oggi, oltre alle dichiarazioni rese pubbliche, non ci sono certezze di garanzia per l’isola e le sue imprese l’urgenza di scongiurare uno scenario di libero mercato”.

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